# Le mie poesie

                         Omaggio a Trilussa
                                                                  (tutti i diritti riservati) 


Beati gli ultimi

Quando da Roma giunse il telegramma
che garantiva la sovvenzione
apriti cielo...nella confusione
ognuno fece scudo al suo programma.

Il Sindaco e la Giunta in discussione
tanto feroce da sembrare un dramma,
dovettero vaglia tutta una gamma
di nuove idee per la spartizione.

Alla fine ciascuno ebbe una fetta
tranne l’ultimo “acquisto”: così fesso
da lasciar la seduta troppo in fretta.

Adesso che si sente più sicuro
e sa che l’occasione non aspetta,
se ci ripensa dà testate al muro. 


La chiarezza

Si presentò dicendo: – Sono onesto
e per di più di ottima famiglia,
mi sono innamorato di sua figlia
ed ho deciso di sposarla presto!

L'interpellato: – Desta meraviglia
perché bella non è…però c’è il resto
che ben la copre e che mi avete chiesto
a far degli occhi vostri occhi di triglia.

– Certo la dote a lei non fa difetto,
ma se consideriamo la paura
del risveglio col mostro nel mio letto…

– Delucidazione giusta e alquanto dura;
ma per dare a mia figlia un po’ d’affetto
acquisto in blocco la sua fregatura! 


La cagnetta sequestrata

L'uomo nero bussò alla mia porta
minacciando castighi a non finire:
– Se fa il furbo e non mi vuole aprire
ritornerò domani con la scorta!

Mi diede un conto ch’era gonfiato
e trenta giorni per poter pagare.
Poi riprese di nuovo a minacciare
man mano ch’elencava il pignorato.

Nella lista ci mise un po’ di tutto:
la mia poltrona un vecchio comodino
l’attaccapanni un libro il tavolino
un porta-foto con la striscia a lutto.

Al trentesimo giorno, puntuale
con l’aiuto dei militi in divisa
mi portò via persino Monnalisa
…una cagnetta tutta pepe e sale.

Natura volle che la bastardina
con quell’infame non ci volle stare
e quindi cominciò a morsicare
prima sua moglie e poi la sua bambina.

Me la rese dopo una settimana
col sedere coperto da una fascia
dicendomi: – Sta bestia sempre piscia
fa la cacca in salotto ed è villana!
Monnalisa mi dimenò lo coda
e mentre il boia spariva dalle scale:
– Non dargli retta, quello è un animale
...voleva un cane perché va di moda! 


Amicizia & partecipazione

Il fatto capitò nel 'Sessantuno
quando compì trent’anni Elisabetta
moglie fedele del Cecotti Bruno
…uno splendore sempre in camicetta.

Dei vecchi amici non c’era nessuno
a festeggiare quella donna retta:
ci avevano provato uno per uno
senza poter raggiungere la vetta.

Al marito che chiese “Come mai?”
lei gli rispose:  ̶  Non ci fare caso
tu certe cose, caro, non le sai!
Gli amici sono come san Tommaso
…per ogni affare buono che tu fai
pensano di dover ficcare il naso.


 C’è chi non perde mai l’occasione

Parlarono di donna sfortunata
che si dannava nel cercare affetto
ed io che tifo per il poveretto
diedi il mio cuore a quella svergognata!

Ma quando nuda si sdraiò sul letto
la sera che mi venne presentata
pretese una tariffa esagerata:
tutta la grana che avevo sul libretto.

La solfa durò quasi una stagione
e poi la misi fuori dalla porta
perché arcistufo di fare il coglione.

Lasciò la casa che pareva morta
ma non per questo perse l'occasione:
sparì con le posate in una sporta! 


 L’ambivalenza

Di giorno è Marcantonio Prestilora
uomo di polso…lesto come un grillo.
Di notte invece mette i tacchi a spillo
e si presenta come una signora.

A chi lo sfotte dice: – Adesso strillo,
ma prima di mandarti alla malora
ti mostro il “pezzo” e poi…se ti accalora
stabiliremo chi farà il mandrillo!

La sfida spesso si conclude a letto
dove tra i due la sola differenza
è star di spalle oppure star di petto.

In questi casi c’è l’ambivalenza
di chi confonde il vizio col difetto
e prende a calci pure la decenza.


Un ladro promosso assassino

L'uomo fu ucciso mentre andava a spasso
con la consorte ed una vecchia zia:
in un conflitto tra ladro e polizia
cadde stecchito in via Torquato Tasso.

La moglie quasi in preda alla pazzia
ammutolì. Intorno ci fu chiasso.
Il ladro urlò: – Son ferri per lo scasso!
Non sono stato io, la polizia…

Lo pestarono di santa ragione
ma ringraziando la sua buona stella
la Legge, in tempo, lo portò in prigione.

Ora non spiega più la rivoltella
messagli in tasca nella confusione:
se per un ladro questa non è jella…


Gli eredi de: "Il bell’Antonio"

Il lunedì l’assunse per lavoro
e martedì la volle nel suo ufficio.
Mercoledì lei lo chiamava “micio”
e lui pubblicamente “mio tesoro”.

I colleghi di sempre: – È un malefici
...un uomo che ha vissuto nel decoro
a settant’anni non può fare il toro
...né spara come fuoco d’artificio!

Ora ch’è deceduto sull’arrosto:
come ha sancito il giudice di Corte
fanno palestra per pigliarne il posto.

Ci verrebbe da dire: “Quale sorte?
La donna vale ben qualsiasi costo
se rende piacevole la morte!”.


Un tale che si spaccia socialista

Mentre la Terra gira intorno al Sole
e gli animali inneggiano all’Artista
un tale che si spaccia socialista
vomita in piazza un fiume di parole:
sembra un piazzista quando fa mercato
col prodotto di marca già scontato.

Condanna il ricco attacca il capitale
tra battimani elogia la formica
e sana i mali in meno che non si dica.
Infine resta tutto tale e quale:
con l’aggiunta di un nuovo mattacchione
ch'è riuscito a cantarci la canzone.

Anche con altre “bestie” fu lo stesso:
parlando di socialdemocrazia
fregarono mia nonna c poi mia zia.
La scusa fu del solito progresso
che non è tale se non è per tutti
e non offre alle masse i propri frutti.

Di questi mascalzoni anch’io ne ho visti
fare progetti degni di rispetto:
ognuno aveva in tasca il suo libretto!
Tra bianchi rossi verdi e neofascisti
ancora adesso…in tempi elettorali
c'è sempre un furbo che risolve i mali.

Se volete ch’esprima un mio giudizio
a mente fresca su codesta vita

cos’altro potrei dire…è imbastardita:
con la virtù che cede il passo al vizio
liberamente e senza tanti affanni
qui c’è bisogno di cambiare panni!

Sentite cosa scrive oggi il giornale:
“Un ragazzino scippa una vecchietta
e se la svigna sulla motoretta”.
Promette e non mantiene quel maiale
…peggio del tizio che tira la pietra
e prontamente la sua mano arretra.
“Giardini zeppi di siringhe e d'aghi
sfornano visi alquanto stralunati
attaccati a dei corpi allampanati
che camminano, sì, ma sono vaghi!”.
Se per loro è finita ogni speranza
facciamoli bucare in una stanza.

Non c'è quasi più nulla di civile
…checché dica il furbastro sulle piazze
del suo brodo già piene son le tazze
e la pazienza è all’orlo del barile
il consiglio per lui è: “Occhio alla penna…
il pollo è pollo fin quando si spenna!”.


Crescita zero

Ai tempi di Benito Mussolini
un po' per fede, un po' perché dai fronti
si usciva spesso con le ossa rotte
dare figli alla Patria era un dovere:
per questo campagnoli e cittadini
si diedero da fare giorno e notte.

Anche dopo la morte del Fascismo
ogni otto mesi c'era una figliata:
uomini e donne come dei conigli
per consolarsi dell'Impero perso
e rinverdire un po' di sciovinismo
rifecero l’amore e tanti figli.

Con l’avvento del libero mercato
di figli se ne parla senz’affetto:
tra il caro-vita, con la congiuntura,
adulti sempre a caccia di quattrini
per rimpinguare le casse dello Stato
…sfornare bimbi è diventata dura.

Noi ora siamo a crescita bloccata
perché far figli costa un capitale.
“Meglio col Duce o peggio?” ci si chiede
con l'italica razza in estinzione!
Ma è la stessa medaglia rovesciata:
per chi sa di malanni e per chi vede.


Dal libro: "Il Gattopardo"

La bruma fascia le deserte strade
e tutt'intorno sfuma oltre lo sguardo,
chi veglia l'agonia del Gattopardo
segue la sorte di “chi cade cade!”.

I Mille vanno verso quel “mattino”
osannato dal furbo torinese
che vuol ringiovanire il mio Paese
rimanendo seduto al Valentino.

E cosa offre in cambio alla mia gente
che risponde all’appello con ardore:
aprendo all’ospite finestre e porte?

Brindando all’Unità fatta di niente
impone con la forza il Tricolore
come segno di resa a un’altra Corte!


I peggiori

Nata per volontà di un celerino
quella diffida non mi dava pace:
c’era razzismo e per il ragazzino
che coltivava sogni di successo
oltre all’infamia delle ingiuste accuse
si profilava l’onta di un processo.

Nell’assurda casacca a larghe strisce
parlava tra di se, girando in tondo:
“Sono a Milano, beh…chi lo proibisce?”
Disse rivolto al Giudice Istruttore
che di riflesso al bieco poliziotto
lo aveva relegato a San Vittore.

Lo illuminò un vecchio delinquente
di truce fama e cuore da bambino:
 ̶  Per carriera – gli disse – qui c’è gente
ch’è nata altrove e parla in milanese.
Ma se saprai capirne la cadenza
ti accorgerai ch’è nata al tuo paese.

Non c’era quindi una ragion di Stato
come pensava errando dall’inizio!
Trattavasi di quatto concordato
ben gestito da sporchi inquisitori
giunti a Milano per professione
…e che in carriera restano i peggiori.


Marinai di terraferma

Con la piazza gremita in ogni posto
i più fedeli messi a far cordone
ieri ha parlato l’ultimo furbone:
promettendoci a testa un pollo arrosto.

Oggi che di quel pollo è chiaro il costo
e il deputato ci ha fatto il bidone
scopriamo ch’era tutta una invenzione:
come quel vino fatto senza mosto.

Questo può capitare con frequenza
a chi votando non fa caso al giuoco
o spera, in parte, nell’altrui coscienza.

E non è tutto! Il resto verrà dopo:
quando il bugiardo con cattiva scienza
si farà beffa e griderà: “Al fuoco!”.


Anche porci si nasce

A quindici anni senza una famiglia
obbligata a campare alla giornata
basta un lardoso che ti chiami “figlia”
per farti dire: “Mi sento rinata!”?

No, ragazzina, non farti meraviglia
per te la sorte è stata già segnata:
quel porco…e se lo guardi ci assomiglia!
vuol solo rimediare una scopata.

Non hai avuto un padre da bambina
quando sarebbe stato un tuo diritto
ci speri adesso che sei signorina?

Scusa se non riesco a stare zitto
ma rimedio non vedo: in medicina
quand’uno è zoppo vuol marciare dritto!


                       
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                              Detto tra noi
                                                               (tutti i diritti riservati)

 L'ultimo clochard (al buon Pera: detto Arcuri)

Sotto quel ponte, sotto quell'arcata
visse e morì di stenti il vecchio Arcuri:
pace all’anima sua, male impostata!
Era un burlone furbo di tre cotte
con la mania di scrivere sui muri.

In cinquant’anni scrisse un po' di tutto:
da “Forza Coppi” a “Viva Mussolini”.
Amò Gisella ch’era una puttana
e così via...tra un mezzo pasto e l’altro:
scherzando sempre con il pianto agli occhi.

Morì di stenti il Millenovecentosettantuno
tra vomito di bile e porcherie.
Aveva un pezzo di carbone in mano
col quale aveva scritto in primo piano:
“Me ne frego di voi…e anche di Dio!”. 


Sicuro del suo stato

Sempre pronto a lasciare il suo profumo
la vera forza ce la mostra il fiore.

Cresce sui monti
domina la piana
galleggia in acqua
penetra la roccia.
E dove par che manchi la sostanza
All’improvviso il fiore è lì che sboccia.


Saresti uguale a Cristo  (a Stefano P.)
Per gente come te: tutta di un pezzo
e che non dà sostegno al claudicante
“ruzzolare per terra” è un buon augurio
…almeno capiresti la fatica
di chi è caduto e vuol tirarsi su.

Anch’io sono caduto a faccia in giù
non meno di settanta volte sette:
vittima spesso della troppa ressa
oppure inginocchiato dalle scelte
decise altrove e senza una ragione.

La sicumera tua ti fa sbruffone
e in base a quanto so…avendo visto
ti obbligherei a ruzzolar per terra
tre volte difilato in un sol giorno:
così saresti almeno uguale a Cristo.


Ragazzina (a Milena Z.)

Conservo ancora quel tuo bigliettino
scritto furtivamente in Terza C
in calce reca il tuo vezzeggiativo
incatenato al mio: chiusi in un cuore.

Mi giunse col rischioso passamano
fatto dai nostri complici compagni
durante l'ora di Comportamento:
vera sfida per chi “vedeva tutto”.

Ricordo, ragazzina, oltre al sorriso,
il tuo primo rossore e l'imbarazzo
Mentre scrivevi la parola “amore”:
indirizzata a me…ch’ero il tuo dio.

Dei nostri inespugnabili castelli?
La sabbia in riva al mare è sempre là
da quando, ingenui, volevamo poco
e per un niente gridavamo: “Urrà!”.


Cilecca (A Romina C.)

Non allarmarti...è solo un qui-pro-quo:
avevo ipotecato l’insuccesso
la prima volta che ti volli amare!
Se ben ricordo si parlò di sesso
pagato al tatto e senz’alcun impegno
…e noi disposti ad accettarne il patto.

Non è dunque la cifra che mi blocca
né la tua verità, che pure ha un senso!
A fermarmi stasera è la stanchezza
di chi si accorge che lanciando sassi
in uno stagno asciutto e senza fondo
sciupa le forze e perde giovinezza.

Perciò spostati adesso che bisticcio
con chi non vuole amore a pagamento
in questa notte di lucidità.


Dalla Maga

Dopo aver letto questo volantino
sono venuto a farmi divinare.
Non ci credo e lo sai, ma mi diverte
la curva larga del tuo pendolino
e quel mazzo truccato di tarocchi
dal quale sbuca la Dama di Cuori
tutta piena di buona volontà.

Mi viene un po’ da ridere e lo vedi,
però tentar non nuoce e quindi chiedo:
 ̶  Puoi tu darmi la droga che lenisce
la tortura del vivere in comune
con la Dama di Picche…il mio tormento
che nel dialogare incretinisce?
Dammene prova e ti farò regina!

Tu vendi sogni: su questo non ci piove
e i sogni vanno a spasso coi bugiardi
…oltre a levare dai fatti la ragione.
Ma se le voglie sono corvi neri
e noi carcasse, imputridite al sole,
ben vengano bugiardi e fattucchiere
se promettono incanti e primavere.


Ego coniugo vos…

Seduti fianco a fianco sul divano
hanno di fronte le tivù di Stato.
Lui vorrebbe e non osa…lei è attratta
dalle vicende dello sceneggiato.
Così festeggeranno uno dei tanti
anniversari del loro sposalizio.

“Stasera forse si ameranno!”…lei
e lui ripete sbadigliando un “forse”
che sa di noia e non nasconde il dubbio.

La trama non diverte ed è scontata
come le scene: statiche e scadenti.
E quando tenta di sedurla: nudo
sotto il pigiama che gli ha regalato,
lei preferisce aggiustarsi i bigodini
…quello è un favore che concede a letto.

Non basteranno i titoli di coda
a dare la reale dimensione
del loro matrimonio che vacilla.

A luci spente il quadro non migliora:
lei sospirando si darà all'attore
e lui per contro sognerà l’attrice.
All’indomani…dopo un’altra notte
tutta all’insegna della tolleranza,
decideranno di tirare avanti.
“Ego coniugo vos...” fu detto loro
nel dare il via ad uno sceneggiato
che non accetta la parola “fine”.
Falsi concetti (a Bruna D.

Buttali i tuoi concetti di onestà
e spogliati mentre son qui che aspetto
nudo sul letto che sa di bucato:
abbasso la virtù viva il peccato
se amarsi è questo!
Detto tra noi io lo ritengo giusto
se desidero fare del tuo corpo
lo scrigno chiuso della mia passione!

Tu pure nutri le mie stesse voglie
e lo dimostri con quel tuo rossore
che preferisco definire amore
e non morale che non tiene conto
di ciò che impone la felicità.
Sarà quel che sarà:
certe vedute piatte e senza sfondi
lasciale a chi sta sotto e non trascende!


I Meneghini (ai Milanesi)

Dei milanesi ammiro la costanza
e quel gioioso vivere in comune
che ingigantisce il gusto per la vita.
Sono concreti ma san rispettare
chi nell’astratto vuole navigare.

Aperti a nuove idee, i Meneghini
saltano facilmente lo steccato
senza dover partire da lontano:
chi non lo salta passeggia sul Sagrato
in compagnia di chi vuol passeggiare.

Anche nel giudicare sono accorti
e danno saggi di grande misura:
qualche pollice verso sul “terrone”
si riduce alla fine in un sorriso
che non è mai condanna alle persone.


E finalmente… (ad Alessandra C.)

Sentirmi solo
come una canna in mezzo alla palude
a sopportare i venti di una vita
che non fu mai benigna
…e finalmente la tua compagnia.

Fingermi sordo
per non dover rispondere a parole
dette con malcelata ipocrisia
da gente nata morta
…e finalmente la tua bella voce.

Essere al buio
mentre cammino ai bordi del burrone
nascosto da tranelli e marchingegni
studiati per farmi ruzzolare
…e finalmente il chiaro dei tuoi occhi.


Maquillage (a Marina F.)

Tra mascara e belletti
ogni giorno c’è il rito
del tuo viso allo specchio:
lo detergi, lo strucchi
e di nuovo lo trucchi.
Alla scuola di Toro Seduto
Sembri iscritta in taluni momenti
mentre usi i profumi e le tinte!

Io ti osservo…di schiena,
riordinare le ciprie
i pennelli, gli odori,
e rimango stupito
nel vederti…dipinta
dare il tocco finale ai capelli!
Poi ti giri e riecco la farsa:
sei la stessa e ma sembri diversa. 


 Solo parole o disastrose convinzioni? (a Giacomo V.)

Sei tollerante come un prete in chiesa
e come prete assolvi a simpatia.
Esempi chiari: il grande concussore
a parer tuo non merita condanna
perché con le mazzette e le tangenti
pagate per risolvere l’appalto
egli ha creato posti di lavoro.
Sul concusso ti esprimi con riserva
facendo attenzione alle parole.
Messo alle strette e con le spalle al muro
legittimi alla fine i due reati
perché fan parte di una società
che di reati vive e si alimenta.

Stringendo il cerchio sulle tue vedute
mi par di aver capito quanto segue:
assolvi il delinquente in doppiopetto
perché ne temi l’urto e la potenza.
Il povero che ruba per campare
lo vorresti rinchiuso in una cella
perché rimasto al palo di partenza.
All’accattone e al disoccupato
consiglieresti un corso accelerato
di furto in grande stile o di rapina
per intonarlo alla normalità.
Parole al vento, ciò che vai dicendo
…o tumore maligno radicato?


Gente da salotto (a Tonino S.)

Feci una figuraccia alla tua cena
chiedendoti per frutta del melone.
I tuoi amici…che san sempre tutto,
mi dissero di fare attenzione
perché meloni e fichi, per gustarli,
bisogna accompagnarli col prosciutto.

Tu mi conosci e sai dell’avversione
che nutro nel seguire l’etichetta
appesantita da pedanteria.
Se fui sgarbato è colpa della fretta:
mi dava gran disturbo lo snobismo
e non vedevo l’ora di andar via.


Ecco la fantasia!

Forse per noia o forse per diletto
tantissimi anni fa qualcuno disse
"Ora invento la vita e l’Universo!".
In questo modo realizzò il progetto:
quando qualcosa gli frullava in testa
un colpo di bacchetta ed era fatta.
Così dal buio scaturì la luce,
dal nulla prese corpo la sostanza.

Chi fu capace di tanto non si sa
né lo sapremo mai…è un bel mistero
che ognuno spiega come meglio può.

Onnipotente ed indiscusso artista,
con la sua penna piena di elementi
tracciò stelle, comete, mondi interi.
Creò l’aria, la terra, il fuoco, l’acqua,
mischiò colori e fece meraviglie:
compresi i fiori, gli animali, il vento.
Infine diede a tutto il suo creato
un certo assetto e un certo movimento.

Ecco la fantasia:
arte divina d’inventar le cose!
Il resto è frutto del ragionamento.


Matrimonio d’amore (a Cristina e Giorgio)

Non ci saranno invitati
né banda musicale e majorettes:
io non li voglio e tu
se non mi sbaglio la pensi come me.

Non ci saranno preti e testimoni:
saremo soli all'ombra di una quercia
col sole che riscalda la natura
e gli animali in piena libertà.

Farfalle variopinte intorno a noi
si poseranno sopra i tuoi capelli
sparsi sull’erba come su un cuscino:
saranno loro le tue damigelle.

I grilli inventeranno acrobazie
per far festa all'amore.
Il cinguettio dei passeri sui rami
sarà più dolce di una sinfonia.

E mentre ti offrirò fiori di campo
dirò di amarti e bacerò il tuo viso
tu mi regalerai un bel sorriso...e
sarai mia..


Canguro Bruno (a Daniela L.)

Folate di vento a Genova, sul molo.
Al mollar degli ormeggi tu piangesti
perché tuo padre ti portava via.
Il crepuscolo tutto di un colore
senza nessuna striatura in rosso
non ci lasciò neppure una speranza!

Staccatosi il traghetto piansi anch’io
finché calò la notte lunga e nera
vissuta sulla spiaggia…ultimo posto
dove sempre più debole la scia
del malvagio Canguro si dissolse
nella spuma…contro i frangiflutti.


Se a quanto dici… (a Tania R.)

Ventotto rose rosse
al compleanno.
Un purissimo brillante
all'onomastico.
Un costoso smeraldo
a san Valentino.
Una villa ai monti
ed una casa al mare.

Se a quanto dici nudo lo detesti,
per te l’amore è solo un grosso affare!


Per non sentirti oggetto (a Marco C.)

Fa in modo che la notte sia di ghiaccio
come di ghiaccio sono stati i giorni
vissuti insieme a lei...donna da letto.
E se t’invoglierà con certi approcci
architettati per produrre sesso
prima le mostrerai il pene eretto
per ribadire il fatto che sei vivo
poi ti darai da fare in un assolo
che del suo corpo ignorerà l’aspetto.

Se ti affidassi ancora alle sue cure
avresti un più marcato godimento
ma torneresti ad essere un oggetto.


Incantatore di serpenti (al neo-deputato G. B.)

Promettesti spettacoli di piazza
ed io da credulone sono accorso:
sicuri di trovarmi a tu per tu
col grande incantatore di serpenti
che di veleni fa contro-veleni.

Adesso vedo che non hai coraggio:
di fronte a quattro rettili nostrani
travestiti da cobra e da pitoni
usi cautela e te ne stai lontano.

Che ti aspettavi…di trovare anguille
da fare marinate per la cena?


Radici

Andandole a cercare
ritrovo sempre Cutro:
un malfatto paese d'Africa
che sorge per errore in Europa
e gemellato con la povertà!


Odio

Se me lo chiedi eccoti accontentato!

“Odio il fiume
che trasporta rifiuti e lerciume.
Odio il mare
che mi tinge di nero la pelle.
Odio l'acqua piovana che puzza
ed il vicino di casa
…che in tutto questo ci sguazza.
Odio il chiodo
se regge quel quadro sbilenco.
Odio l’aria pesante di un cupo mattino
e l’assordante traffico cittadino.
Odio tutto ciò che mi offende
come i tuoi perbenismi
 e i tuoi falsi pudori.
Odio me stesso
…e il mondo che muore!”.


Non era tresca! (a Lucia N.)

Del fuoco che bruciò i nostri corpi
negli alberghetti di periferia
di una Palermo che grondava sangue
risento le vampate di calore:
eloquenti cartine tornasole
dei sentimenti miei nei tuoi confronti
e della febbre che ci divorava.

Per tutelare il nome di famiglia
fosti precipitosa e masochista
nel definire equivoco l’amore
che ci legò per tutta quella estate.

Dell’acqua che buttasti su di noi
Nell’assolata via che porta a Sciacca
…ultimo incontro-scontro patteggiato
ricordo il gelo misto alla paura
che qualcuno dicesse a tuo marito
dei nostri appuntamenti combinati
tra mille intoppi e mille sotterfugi.

Se fosse stata un’immorale tresca
tramata per combattere la noia
il ricordo di te non mi darebbe
dopo l’antico pianto ancora pena.


Non vedo differenze

Giorno e notte
ricco e povero
bianco e nero
testa e croce
tu ed io.

A ben pensarci
non vedo differenze
tra diavolo e dio!


Teresa Bronte

Adesso piace!

Vestita col pallore della morte
le sono intorno tutti e fanno corte
anche i nemici dell’età passata.

Adesso giace!

Sul capo puntellato dai cuscini
versano pianto amaro anche i vicini
che fino a ieri l’hanno criticata.

E fu Teresa!


Andare per ortiche (a Lorella D.)

L’accusi di camminare tra le ortiche
e ce lo hai spinto tu con le tue mani
le volte in cui volendoti abbracciare
gli negasti la gioia del contatto.
Ora che ci si trova a meraviglia
e se ne frega delle tue riserve
soffri di gelosie che non capisco.

Ascolta attentamente ciò che penso!
L’ortica spunta nei terreni incolti
irrita il tatto ma tutto sommato
quando si tratta di grattar la rogna
che tutti quanti ci portiamo addosso
…per rapporti basati sull’inganno
quale scusa è migliore dell’ortica?

D’altro canto tu pure hai dei pruriti
che a sua insaputa io devo soddisfare.
Voi siete entrambi della stessa pasta:
lui si concede svaghi a pagamento
senza prestare ascolto al vicinato,
tu mi ricatti in modo sottinteso
per ottenere lo stesso risultato.


Mister X

Non pretendere applausi Mister X
finché sei passeggero sul Concorde
ed inseguendo vai le tue chimere!
L’aver partecipato a questo evento
che da Roma ti porta qui a Torino
non fa di te un essere perfetto
da immortalare in marmo di Carrara.
Hai superato la velocità del suono?
Bene ti do un bel voto in tecnica!
Ma in quanto a ecologia
sei al di sotto della sufficienza.


Post scriptum per Mister X

Pure in socialità non mi soddisfi
e te ne accorgerai se mentre voli
avrai la forza di guardare in basso.
Se lo farai…e spero tu lo faccia
vedrai nella città che ti appartiene
chilometri e chilometri di rotaie
strozzare case, chiese e monumenti:
sembrano quasi corde da impiccati!
Guardando ancora meglio tu vedrai
viali ed alberi a far da corridoi
al grande manicomio sottostante
e vedrai me che pazzo sto gridando:
“Corri uomo, corri che la ragione
ti sfugge…maledetto sfottuto!”.


Sigillo postumo (a mio padre)

Ero lontano da te mentre invecchiavi
e non fui bravo a calcolare il tempo
che spavaldo rubava dal tuo viso
i segni di una bella giovinezza:
maledetto esso sia, o chi per esso,
quando m’illuse coi conti della serva.

Ma la colpa non fu solo del tempo:
ingannatrice fu anche la distanza
che da incosciente misi tra di noi!
Qualche amara riserva, se mi resta,
più non trova un pizzico di forza
ora che non ci sei…e non mi basta!

A nessuno dirò del mio tormento
perché nessuno sa capirmi dentro:
la morte ha fatto un furto con destrezza
danneggiandomi in pieno…nella notte!
E se non fosti tenero che importa:
l'amore dimentica i lamenti.


Tata nel bosco (a Piero Ruggeri)

Hai voluto nascondere la Tata
in una ragnatela di colori
e noi cerchiamo con accanimento
il sentiero che porta in mezzo al bosco
…sperando di trovare il tuo tesoro.

Apprensione di padre tutto miele
che teme per la figlia ed ha paura?
O meandri d’Artista che cosciente
intende offrire una pregiata chicca
…a chi dimostra di saper cercare?


Travestimento (al  "compagno" T.)

Col megafono in mano, era di moda,
sfilasti per le vie di una città
messa in subbuglio e col fiato sospeso:
me ne ricordo perché c’ero anch’io
a dar sostegno alla rivoluzione.

Bel discorso facesti quel mattino
cercando di convincermi che in fondo
il fatto d’esser ricco non ti dava
né la certezza né la strafottenza
di chi governa nella stalla i buoi.

A distanza di tempo ora capisco
che le parole sono come il vento.
Specialmente in politica di piazza
…dove c’è sempre qualche travestito
che male indossa i panni del tormento.


Cappuccetto Rosso

La favola necessita di un lupo
reso feroce per volere antico
ed io ne accetto il ruolo un po' seccato:
tu sei per tutti Cappuccetto Rosso
bella, indifesa e piena di candore!
Ma se parlare io posso a zanne strette
qui non ci sono vittime innocenti:
sei tu che insegui me lungo sentieri
da te voluti stretti e accidentati
per tendermi tranelli sdolcinati!

E noi c’incontreremo, Cappuccetto
probabilmente in qualche discoteca
sul posto di lavoro o in un caffé.
Tremante tu dirai: “Non farmi male
e nel ghermirmi dammi un colpo secco
…quasi indolore!”. Ma io ti gusterò
come si gusta la torta della nonna:
a piccoli morsi…mia dolce Cappuccetto!
E poi da cane che difende l’osso
saprò ringhiare a chi ti si avvicina.

Con te che mi assecondi e che sospiri
a volte sarò falso a volte no
…come la voglia ch’è già dentro di te.


La Befana di Marco

La neve impazza. Il freddo punge.
Lenta la nenia d’una zampogna lontana
a malapena giunge
chetando il pianto di Marco
che s’addormenta e sogna
…sogna la sua Befana.

Vorrebbe qualche dono pure lui:
le volte scorse non ha avuto niente.
Sogna ricchi regali, giochi strani
caldi vestiti per il freddo inverno
un cappotto per mamma chìè malata
e si lamenta del costo della vita!

Ma il mattino del sei
è tale e quale al cinque
al quattro
al tre
al due e all’uno:
senza regalo alcuno.

Infreddolito scende giù dal letto
si avvolge in modo buffo
uno straccio di lana intorno al petto
e corre a consolare il fratellino:
anche lui senza doni
…anche lui “poverino”.


Lettera a mia madre

Fosti tu per fortuna a darmi vita
per questo nacqui e non mi rifiutai!
Appena nato mi attaccasti al seno
e mi fu chiaro subito il concetto
che d’atra donna, santa o prostituta,
non avrei succhiato latte ma veleno.

Oltre a doverti anima e corpo, mamma,
io devo a te il gusto per il bello
e l’allegria che a volte mi distingue
in un mare di noia senza fondo.
Tua è la rabbia che spesso mi tormenta
quando da vinto non accetto resa.

Oggi son triste e ti vorrei vicina
…mi basterebbe uno dei tuoi baci
e riderei dell'ultima caduta.
Vorrei che la tua voce tremolante
mi desse lumi sulle battaglie perse
…ed è un momento che ne perdo tante.

E non pensare come fai sovente
che un frutto staccatosi dal ramo
dimentichi ogni sorta di legame:
è la vita che scorre in questo senso
…con le sue leggi e con le sue follie!
Io più lontano mi trovo e più ti penso.


Da buoni amici (a Lina S.)

Ora che a mente fredda rivediamo il rapporto
facciamo a gara nel darci attenuanti
e quel che prima provocava scontri
lo addebitiamo all’imbecillità.

Il tempo ha smussato ogni sporgenza
e pure il vento e diventato piacevole brezza!
Ma del nostro passato cosa resta...


Serenella

Se menar vanto è pecca da imbecilli
tu col peso ci perdi la misura,
perciò detto tra noi da uomo a uomo:
nulla di quel che mostri o che nascondi
avrebbe mai convinto Serenella
a darmi il benservito su due piedi!

Io la conosco e so delle sue scelte
mirate a caso, senza una ragione.
Mi capirai passati i primi ardori
quando berrai tu pure i suoi veleni
mischiati quasi sempre all'anisetta
che lei saprà servirti a bordo-letto.

Non più rivali dunque…ma compagni
accomunati dalla stessa sorte!
E se ti lascerà per altri amori
non darti pena, io non ti burlerò:
nel deserto degli uomini godremo
al pensiero di aver raccolto un fiore!


A S. Quasimodo

Quando ti vidi sul molo
in attesa dell'ultimo traghetto
a Reggio ebbi paura:
volevi restar solo
a guardare Messina dirimpetto
in quella notte oscura.

Ma conoscerti per me
era un traguardo ambito
che rasentava la necessità:
chi…più di te
avrebbe mai capito
se nei miei versi c’era verità?

Coi complessi di chi non è maturo
la mia mano tremò dandoti il foglio
sul quale avevo scritto  pochi versi:
se il tuo giudizio fosse stato duro
avrei gettato in mare, oltre lo scoglio,
tutte le rime fatte in tempi persi.

E tu spronasti la mia fantasia!
Parlando adagio e camminando piano
dopo aver letto mi dicesti: “Senti,
scrivi della tua terra e dalla mia
…come la vedi, con il cuore in mano
…e che la verità non ti spaventi!”.


Insieme (a Raffaele P.)

Qualche maligna spinta può aiutare
lungo la grande corsa della vita!
Ma non pensare, staccandoti dagli altri,
d'essere diventato un bel campione!
Il brutto arriverà quando da solo
inciamperai e finirai nel fosso.
Allora morirai dalla paura
e capirai cosa vuol dire "insieme".


Benedetti (a Gino R.)

Se bastasse davvero l’aspersorio
ed una spruzzatina d’acqua santa
anch’io verrei dal prete, insieme a te
…a capo chino e con i soldi in bocca.
Ma dirsi “benedetti” è un’altra cosa!
Io per esempio credo che lo sia
chi cade giù dall’alto di una scala
e in men che meno si riporta su
senza doversi tenere al man-corrente
…obbligatoriamente.

Per noi che siamo nati maledetti
credimi pure…non ci sono cazzi!
A noi basta una buccia di banana
ovvero sia una qualsiasi svista
e ci troviamo fuori da una pista
che non è di tartan e quindi
sotto determinati aspetti garantita!
Per noi la strada è sempre scivolosa
o con l’asfalto reso incandescente
…obbligatoriamente.


La prima delusione tra noi (ad Anna G.)

Perché nutrirti di sguardi e di sospiri
come una santa votata alla virtù,
quando potresti…solo con un cenno
avermi intero con il corpo e il senno?
È questa la tua voglia e fuoriesce
dal modo seducente in cui mi guardi,
o se per caso con la fantasia
ti lasci andare e sogni d’esser mia!

Anch’io ti voglio più d’ogni altra cosa
…preferendoti all’aria che respiro.
Ma devo scardinar le tue paure
che ti fanno bugiarda anche in amore
e a questi mali non ci sono cure!

Conclusioni? Possibili sviluppi?
Basterebbe aver voglia di guarire
dando spessore alle “tentazioni”.
Solo così potresti dare il via
ai sogni fatti con la fantasia!


Il cavolo rosa (a mia figlia)

Vorresti saper tutto e mi domandi
cose che neanche i grandi a volte sanno.
Io tergiverso, imbroglio, giro al largo,
faccio il saputo e invento lì per lì:
finché non hai l’età della ragione
devo nasconderti alcune verità
che dette intere…in tutta la sostanza
darebbero fastidio a chi è maturo.
Così dico e non dico delle guerre
lascio da parte Dio…che non conosco
descrivo a modo mio la mente umana.

Ma oggi insisti e tiri in ballo il sesso:
l'ultima volta che ne abbiam parlato
tu non gradisti certi miei ancoraggi.
Per cui mi assali e senza darmi tregua:
 ̶  La scemenza del cavolo rosa
sotto il quale mi avresti trovata
con me non regge. E’ falso moralismo!
Riprendi fiato e poi ci fai la chiosa:
 ̶  Sono i vostri ostracismi cretini
su delle verità per soli adulti
a far crescere male i bambini!


Il figurato

Per quanto se ne dica tra di noi
dove spesso si brilla per la noia,
non è soltanto il metodo e la rima
o la bontà dell’elocuzione
che rende zuccherato un madrigale.
E non ha senso neppure il tentativo
di fare dell’artista anche un poeta:
guerriero in ombra che combatte il male.

Nel dare il figurato alle parole
…poeta è l’uomo che sa stare zitto
quando gli altri lo sfidano a duello!
…poeta è l’uomo che sa dire basta
all'ingordigia ed all'ipocrisia!
…poeta è l’uomo in ogni suo momento
se accetta il mondo e vive in armonia!


L'unico dato certo

Non c’è filosofia né scienza esatta
che possa dire all’uomo sul futuro
o sul passato: prima del Creato!
L’unico dato certo è quel "qualcuno"
che diede il via a tutta l’avventura
in cui le cose e gli esseri viventi
vanno di pari passo…finché dura!


Nostalgia

Con la mente che a volte mi dà corda
cammino come il gambero, all’indietro:
la nostalgia di epoche passate
mi spinge  fino a quando, ragazzino
disposto solo ad emulare eroi
con uno specchio catturai la Luna.

Così rivedo il bello di una vita
fatta di semplici cose e di sorrisi.
Risento il forte odore delle rose
dei papaveri al sole, i gelsomini.
Riabbraccio con affetto la mia gente
che aveva poco e non chiedeva niente.

Ma che sta capitando all’uomo d’oggi
che si cimenta in disastrosi piani
dove l’ingegno si tramuta in trucco?
Devo forse pensare che al presente
L’unica legge è quella del profitto?
Datemi una speranza…io son di stucco!


La tiritera della borghesia

Per meglio presentare i convenuti
al gran banchetto della borghesia
l’anfitrione usò questo sistema:
ciascuno dei presenti alla parata
nell’elencare agli altri le sue doti
doveva dire, con marcati accenti,
della professione…ovvero sia
da dove ricavava i suoi proventi.

Aprì la tiritera il magistrato
che di sentenze s’era fatto ricco.
Quindi prese parola il deputato
pratico di tangenti e d’intrallazzi.
Fu poi la volta dell’industriale
che inscatolava il senno per i pazzi.
Stessa solfa il banchiere e poi il prete
col notaio, col conte e lavvocato!

Un uomo ed una donna, lì per caso,
per nulla al mondo vollero star muti.
Lui disse: “Sono un disperato!”
e lei gridando…con il pugno chiuso:
“Siamo l'altra età della medaglia,
vostre vittime in vena di rivalse:
decise a non condir da oggi in poi
le nostre pene con le vostre salse!”.

Successe quel che capita sovente
quando c'è chi divide il mondo in classi:
i due spiantati, con roncole e bastoni,
tra capo e collo diedero legnate
fino a staccar le teste dei ricconi.
Siccome lì non c’era polizia
in grado di sedare la rivolta
miseramente perì la borghesia.

Come finì tra l’uomo e quella donna?
Presero posto al tavolo imbandito!
Mangiando a crepapelle come porci
ebbero figli e tanti nipotini
che da grandi…molto ben guidati
divennero giudici e avvocati
industriali, banchieri, preti
notai, conti e deputati.


Il mio fallimento

È dall’età della ragione
che tento di assoggettarmi alla natura,
dimenticando che come madre demente
prima ti partorisce e poi ti strozza.

Per bocca di sentimentali utopisti
mi è pure parso di sentirne voce,
e l’ho seguita…sognante e remissivo
finché non l’ho scoperta sordomuta.

A volte per non esserne cagnotto
calcando quasi l’orme di Digione
mi sono perso nel  cercare un uomo
dimenticando di cercar me stesso.

Oggi potrei nascondermi dietro la Sfinge
e regalare enigmatici sorrisi,
ma ho il vezzo di guardarmi allo specchio
e quindi comunico il mio fallimento.


La forza del silenzio (a Giulia V.)

Quel tuo chiedere cose ad alta voce
con toni accesi e viso paonazzo
poi ti portano a restare sulle tue:
muto e distratto dall’indifferenza.

Se gradirai risposte in avvenire
devi imparare a cogliere l’istante
...a volte anche un silenzio ben piazzato
può favorire un cicaleccio a due!



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                             Mal d’Africa
                                                              (tutti i diritti riservati)


 Oltre la Parigi-Dakar

Il sentore di vuoto e d’abbandono
che percepisci in Africa Centrale
schiaccia i pensieri ma non dà pazzia:
lì si diventa pazzi per la sete
per la miseria e per la carestia.

Un sole bianco brucia la savana
rendendola sepolcro senza pietra
per chi ci vive o passa lì per caso.
La morte ch’è un fenomeno vivente
lì si tocca con mano…è tra la gente.

Lì cadono gli gnu come i leoni
e pure il bue del pastore cuscita.
Nel mentre c’è chi danza per la pioggia
che non arriva mai…e lo sa Dio
se servirebbe a rinfrescar la vita.

Questo è il Shael dell’uomo sulla Luna:
quattromila chilometri da un lato
mille e passa chilometri dall’altro.
Gli abitanti? Nessuno li ha contati
…nascono già segnati! 


Per una volta tanto

Sorretto da una mamma in avaria
il bambino più povero del mondo
mi venne incontro con un bel sorriso,
fiore senza rugiada (morto-vivo)
mostrava i segni di una fame nera:
ventre a pallone e senza carne il viso.

Non mi chiese un modello di trenino
o la bambola che fa tutto da se!
…si limitò a guardare nei miei occhi
sperando di trovare compassione.
La madre intanto si levò i vestiti
senza quel fare tipico di chi
certe cose le offre per mestiere.
Appena pronta per il sacrificio
mi guardò pure lei e infine disse:
– Bianco…prendi di me quello che vuoi
ma per favore dà qualcosa a lui.

Per una volta tanto feci l'uomo:
diedi a quel bimbo tutto ciò che avevo
…tenendomi soltanto la vergogna.



Il pane avanzato che buttai

Il salmone gustato in precedenza
al ristorante del Savana Hotel
non era certo come la poltiglia
a base d’acqua sporca e di farina
che la donna bantù a seno nudo
girava e rigirava tra le dita.
Con che fame però…bisogna dirlo!
quel ripugnante pasto fu ingollato
dai suoi tre figli alquanto denutriti.

Solo allora rividi con vergogna
le ricche cene cui partecipai
…col pane avanzato che buttai
senza pensarci, nella spazzatura.

La donna forse lesse il mio pensiero
perché non disse nulla e condivise.
Capì che il mio disagio era sincero
e in mezzo al pianto le spuntò un sorriso.

Per non vomitare la sera digiunai:
con la speranza d’essere capito.


Sulla pista che va da Homburi a Gao

Al comando del reverendo Lai
la Tojota riprese a macinare sabbia
sulla pista che va da Homburi a Gao.
Il deserto di Gurma non finiva mai
e noi (come spesso capitava) muti
aspettavamo gli aiuti da Milano
e da Roma, da Londra e da Bilbao.

Nell’ultimo villaggio visitato
portammo latte in polvere e farina.
Nel precedente (fatto di sterco e fango)
trovammo solo vecchi ad aspettarci:
i più gagliardi (qualcuno suggerì)
erano andati a caccia di locuste
passate in lontananza il giorno prima
…rappresentavano l’ultima speranza
per sfuggire alla morte che (impietosa)
stava danzando intorno alle capanne:
sicura di trovare l'abbondanza.

Noi presi dagli impegni proseguimmo:
segnammo sulla mappa un quadratino
per ricordare il posto in cui (per fame)
era sparita la salma di un bambino.


Africa

Il rapace africano vola basso
e non concede scampo a chi si muove:
purché sfiancato come l’uomo-nero
che vive giù in savana senza un sogno.

L’uomo-bianco che arriva da lontano
lì si comporta come l’avvoltoio
e vuol che gli si stringa anche la mano.

Africa: mare di sabbia senza neanche un pesce
e fuoco ardente che dà solo fumo.
Africa: specchio appannato della mia coscienza
dove la parte mia più bella muore.


Paul Cahaya

Se quello era il suo nome
non era affatto un bimbo
Paul Cahaya:
quasi nove anni per dieci chili e mezzo.

Aveva gli occhi piantati nel cervello
e rideva piangendo
mentre seduto in un vecchio girello
giocava…acchiappando le mosche.

Ma in lui io non notai
quel gesto con il quale pancia-piena
trasforma certi gesti in giuoco:
infatti morì di fame nella notte.


Gli basta poco per tirarsi su

Una giovane donna di colore
senza traccia di umidità negli occhi
mi offrì suo figlio in dono.
– Tieni, – mi disse – dagli da mangiare
o nel giro di un mese morirà!
Portalo via da qui: non ha futuro
in questa desolante siccità!
Tieni, fratello, fallo per pietà
…gli basta poco per tirarsi su:
mangia topi di fogna e qualche verme
…merce che abbonda nella tua città!


                                           *****************************************

                         Vetrina d’insuccessi
                                                                 (tutti i diritti riservati)


L'emigrante

Tetti di pietra grigia
con alta percentuale di pendenza
lasciano scivolar la neve
che lenta cade a fiocchi.
Un italiano, col viso imbacuccato,
credendo sia peccato avvicinarsi
sbircia quasi furtivo una vetrina
allestita coi panettoni di Milano.
Guarda il Duomo e le guglie
e si ripete come gli anni scorsi:
“Il prossimo io spero sia diverso!”.

Tra un mulinar di fiocchi
a mezzanotte scoppia l’allegria.
L’emigrante vorrebbe compagnia
…qualcuno che gli desse ascolto
e che capisse appieno il suo tormento.
Ma da ramingo solo nella notte
parla ai fantasmi e maledice Dio.

25 dicembre del 1958
in un lontano paese d’Inghilterra:
“Merry Christmas!” sussurra un buon passante.
“Buon Natale!” risponde in italiano
...che a ben sentirlo si direbbe strano.


Era ora

Finalmente vedo un bel sorriso
e capisco che dagli occhiali a specchio
dietro ai quali da sempre ti nascondi
e sparita la nebbia. Ed era ora!

Ma ho dovuto dar fondo a mille astuzie
…ivi compreso il fingermi cretino
al fine di raggiungere un traguardo
che non doveva costarmi nessuna fatica.


Tu però…

“Male non fa: è penna di mestiere!”
leggendomi qualcuno affermerà
mentre altri obietteranno: “Uno da poco!”.
Per me son due diversi complimenti
dietro i quali non perderò pensiero:
in fondo, penne capaci o scribacchini
diciamo tutti le stesse cose…comunque.

Tu però non chiedermi consigli
su fatti che riguardano te solo!
Per darti almeno una risposta certa
dovrei tessere arazzi senza filo,
inventare scene madri per distratti:
cose davvero improbe in un mondo
dove il quotidiano si arrabatta.

Occhio alla penna, quindi, e dammi ascolto:
potresti scivolare sui miei sbagli
facendo del mio dire il tuo vangelo!
E se nei versi a volte mi arrovello
sappi che non dipende dalla penna:
dando del nero al bianco dei foglietti
scarico ad altri un po' dei miei difetti!


La parità in divisa

Protagonisti insieme tu ed io
della commedia detta “Parità”
per un principio di galanteria
te ne ho addolcito la parte:
dividendo i profumi dalle puzze.

Padrona della scena ti ho ammirata
mentre bella e gentile mi eri accanto
non da incantata ma parte integrante.
Formando coppia di discreto successo
con te io ho diviso applausi e fischi.

Ora tu chiedi un pubblico processo
per dare forza a certi “movimenti”
mal guidati da femmine barbute:
con loro scendi in piazza e ti confondi
…portando “conti” che non sono conti.

Amica mia non hai da guadagnare
nel chiedere persino la divisa!
O forse pensi di riconquistare
la Libia e la Somalia con la passera
senza far uso del vecchio moschetto?

Se mi dai retta e ci ragioni sopra
resta così…la mia metà più bella.
E se cercar vuoi proprio qualche rogna
pensa alle mascoline esperienze:
ce n’è abbastanza per arrossire in due.


Aggiotaggio

– Un uomo scaltro può, a parer tuo,
accumulare beni di consumo
senza curarsi dei bisogni altrui?
– Certo che può! Siamo in democrazia
con leggi adatte al libero mercato!
– Secondo me l’accumulo insensato
di tutto ciò che serve per campare
comporta gravi rischi e va vietato.
– La tua demagogia va bene in piazza
tra chi si esalta e manca di destrezza!
– Sicuramente esprimo dei concetti
capaci di dar noia alle persone
che sono ingorde e vanno oltre misura.
– Io dico che ti frega l’altruismo
la carità pelosa, il comunismo.
– Scuse bugiarde per chi arraffa tutto
sotto la spinta del liberalismo.
– Non puoi negare l’arte del profitto:
considerata da molti una virtù!
– Se vogliamo evitare uno sconquasso
a certi abusi diamo un taglio adesso:
prima che la virtù diventi vizio!


La proprietà

Raggiungere un accordo tra di noi
su quello che davvero ci appartiene
diventerà fatica da ciclopi
se non si sfronda il campo dall’idea
che tutto vale e tutto si può fare
nel sacro nome della Proprietà.
Volete capir meglio il mio pensiero?
Ecco un esempio in cui sarò sincero!
Le case fatte o quelle da rifare
servono a ripararci dal maltempo:
chi non si ammalerebbe senza un tetto in testa?
Quindi la casa come proprietà:
è civile traguardo e va spronato!
Diventa invece un furto programmato
se l’uomo scaltro che già la possiede
ne compra un’altra per darla in affitto
…e qui dovrei parlare di un sistema
decisamente ingiusto e che non vede
i mali dell’illecito profitto.
Mi si potrebbe dire “Fallo tu
visto che siamo in piena libertà!”
ma certi mali chi ce l’ha ce l’ha.


Come la tramontana

Persistente la tramontana
come ogni mattina spogliava il pioppo.
La barca quasi vuota era lantana
e il pescatore, solo con il mare
ripeteva a se stesso “Che vitaccia
per quattro sarde e tre molluschi in croce.
Forse per qualche pesce in più
ci vuol più voce!”…e ritentò
con reti assai più fitte e più capaci.

Urlò quel tanto da emulare il vento
e con le reti oltrepassò gli abissi.
Quindi pescò fino a spogliare il mare
…come la tramontana il pioppo.


Se ci vantiamo di democrazia

Avete visto all’opera una spola
girar da un lato all’altro del telaio?
Sembra insensato il suo andirivieni
e invece ordisce una sottile trama:
quel continuo cambiar direzione
che a tutta prima pare incoerente
soddisfa il tessitore e ci consente
a fine corsa di ammirar la tela.

Stesso spessore avrà chi all’occorrenza
cambiando idea su questo o quel partito
crea la fronda e va controcorrente!
Quando chi sta al timone ha per usanza
l’intrigo, il furto e l’alito pesante
…sintomi di regimi assolutisti,
conviene fare come fa la spola
…se ci vantiamo di democrazia!


La prostituta

Decisa ma goffa uscì dal bagno;
coi passi impediti dalla lunga vestaglia
col cuore in gola e quella cera gialla
era un tutt'uno coll’arredamento.

Avrebbe voluto volare come una farfalla
e per un attimo quasi ci riuscì.
Ma con quel trucco volgare sulle labbra
le frasi recitate oltre il disgusto
e la cifra pattuita sul comò
non era facile alzarsi da terra. 


Boom economico

Per pochi eletti:
accumulo di BOT e CCT
case sfarzose, mobili laccati
cristalli scelti per i lampadari
capi firmati, amici miliardari
panfilo con bandiera panamense
e posto-barca fisso a Montecarlo.
Poi vacanze tropicali a fine anno
o ridanciani salotti frequentati
da belle donna nate per far sesso.
Per altri:
falsi dipinti appesi alle pareti
carta igienica a fiori per il cesso
porte blindate, cure dimagranti
cravatte a righe ed abiti sgargianti.
Sabato sera il rito della pizza
per dire due cazzate tra compagni.
Luglio smargiasso al mare di Riccione
…l'esotico imporrebbe paragoni
coi grandi ricchi e quindi da evitare.
Per te:
tutto il danno possibile e la beffa
per chi produce e non deve godere.
Tasse asfissianti spesso non pagate
ma da pagare…a costi maggiorati.
Le vergognose corse al monte-pegni
con quanto resta dell’oro di famiglia.
Agosto nella calca di Borghetto
dove tua moglie…mentre tira il fiato
ti guarda e pensa alla sua Caporetto.

Doveva essere una bella gita

Ti ho visto correre come un forsennato
e poi, nel mare, sulla tua barchetta,
remare addirittura con tre remi.

Doveva essere una bella gita
da fare tutti insieme, sottobraccio,
e ne hai fatto una corsa micidiale
dove il rischio non vale la candela.


La Coca Cola del Sessantottino

La notte di san Silvestro del 1968
lontano da festini e mortaretti
sognò di correre a rotta di collo
giù per un pendio, e quanto è vero Dio
la paura fu tanta che agli amici
invece di augurare un buon principio
gli venne voglia di gridare “Attenti:
dei lunghi mesi vissuti nelle lotte
qualcuno fa discorsi strumentali
e non ci resteranno che le botte!”.

Lo trattenne il telefono staccato
per non aver pagato la bolletta
ed un quadro sbilenco del Guevara
col mitra in pugno, appeso alla parete.
Fu poi quell’arma…non certo lo spumante
a suggerirgli che una Coca Cola
poteva mitigare la sua sete.
Così la bevve…senz’avere scampo
e da gigante diventato nano
del 'Sessantotto non restò che un lampo.


Malintesi

Le raccontò di tutte le sue pene
come si fa col prete-confessore.
Le disse dei progetti un po' ammuffiti
dei sogni infranti, delle lunghe attese
e lei lo amò…fin quando un giorno
volle sentir le confidenze altrui.

Lui non si offese: con molta cura
la collocò in mezzo ai malintesi.


Sedia elettrica

“Alle primissime luci dell'alba,
dopo aver elencato i suoi delitti,
abbiamo fatto arrosto l'assassino!”.

La notizia primeggia sul giornale
che la ragazza lascia sul mio letto
col pan-tostato e con il cappuccino.

– Manca il ketchup e qualche patatina!
dico alla donna, cameriera ai piani
che finge d’ignorare il mio commento.

Per fortuna il trafiletto accanto
parla di mostra sulla civiltà
e la speranza si rivitalizza.

Mi chiedo se l'evento avrà uno spazio
anche nella città della vendetta
…ch’è la stessa città dell’assassino.


Compromesso Storico

Prima con piccole spinte
poi con potenti colpi di piccone
il pianto prese il posto dei lamenti
e fu notte profonda
solitudine
gelo.

Eppure
per un attimo
da dietro il catafalco
la certezza di aver visto una luce
…anche se tenue e dopposizione
aveva dato corpo all'utopia.


Tutto è famoso il Sud

Se Cristo si è fermato a predicare
in un paese in cui la povertà
e l'unica ricchezza della gente
Eboli non è la sola a dargli asilo
…tutto è famoso il Sud e si concede
a questo tipo di ospitalità!
basta guardarsi intorno
…scegliendo a caso una località


Poker di donne

“Donna di picche” è femmina bigotta
che canta in casa se tutto va bene.
Diversamente è peggio di un malanno
che ti coglie di botto o per dispetto
quando, maligna, si abbottona la gonna
…tabernacolo d’ogni suo difetto.

“Donna di quadri” è amante da diporto
senza mutande e senza reggipetto.
Se ha grandi mezzi e paga per contanti
con lei persino il vecchio rinverdisce
…e tenterebbe, per soldi, pure i santi.

“Donna di fiori” è dama da salotto
tutta snobismo e molta ipocrisia.
Ufficialmente non conosce amanti:
gelosa del suo corpo si concede
per un capriccio al maschio masochista
…o per pietà a chi per lei stravede.

“Donna di cuori” è moglie assai comune
votata per intero alla famiglia.
A scrivere di lei non basterebbe
la carta che c’è al mondo, né l’inchiostro!
Ciò non toglie la beffa di chi l’ama
…e a volte la descrive come un mostro.


Il passero solitario di Leopardi

La caccia è aperta e Recanati spara.

Il pigolio nel nido andò in lamento
All’eco secco della fucilata.
L'antica Torre tremò da cima a fondo
il cielo si squarciò, si ruppe il volo
e sulla piazza circostante cadde
qualche piccola piuma insanguinata.

Nessuno se ne accorse in quell’istante.

Con un sol colpo il vile cacciatore
mise per sempre fine al cinguettio
del passero indifeso di Leopardi
che ignaro si portava alla campagna:
felice di guardar dall’alto in basso
l'umano labirinto degli orrori.

Adesso è tardi e Recanati piange.


Maria Maddalena

Col desiderio in corpo
ansante il petto
bella e non vista
Maria Maddalena
si sdraiò sul letto:
decisa per amore
a dare tutto.

Col piglio del padrone
e un po' di rabbia
l’uomo di turno
trasformò l’alcova
in una fredda gabbia.

Finì scrivendo “amore”
sulla sabbia.


Il vicino di casa

Non conosco il suo nome:
so di certo ch’è nato a Torino!
Da vent’anni lo incontro
ogni giorno:
il mattino scende la sera sale:
in comune abbiam solo le scale.
Una volta ho rischiato un “Buon giorno!”
mi ha risposto con molto sospetto
…guardandosi intorno.


Il cantautore impegnato

Luci accecanti e lunghi ammonimenti
sul palcoscenico: di fronte alle platee,
colui che ha musicato l’utopia
con nacchere e chitarra attacca tutti:
politici, prelati e polizia
li definisce grandi farabutti.

Stona e si assolve per question di stile:
da quando si rivolge agli sbandati
col controcanto fa soldi a palate!

Da chi organizza…pure se va male
vuole contanti e non accetta rate
per un cachet costoso e che non vale.

Stuzzica gli affamati: intanto mangia
Urla per chi ha sete: intanto beve.
Parla in concreto della fratellanza:
badando bene che ogni sua protesta
trovi nel mucchio quella risonanza
che gli dia modo in casa di far festa.

E ricomincia il canto: Bla!..Bla!..Bla!..


Comiso

Sarà nel mezzo di un’arida campagna
dove più non radicherà lo 0.14!
Pare diventi una temibile pista
per il decollo degli F.116
utili alla difesa dello Stato.
La chiameranno “Base per la Nato”.

Qualche “verdone” al popolo distratto
ed un equo compenso al Sindacato
basteranno per chiudere il contratto?

Vedremo anche noi i cacciabombardieri
lasciare strisce nere...chissà quanti
coi contadini diventati “fanti”?


Staffette di Stato

Nell’ammassare lasciti e consegne
che avrebbero prodotto discendenze
di razze scelte e lingue da inventare,
presero con la forza accampamenti
in cui non si pagava per entrare.
Cintando quei terreni mai cintati
nacque il possesso e nacquero gli Stati.

Sulle conquiste sorsero frontiere
difese a denti stretti coi fucili:
finché nacquero i diritti  ed i doveri.
Da un cappello a cilindro, mai trovato,
fuoriuscirono stemmi di famiglia
a garanzia di abbuoni e privilegi
tuttora in voga. Fu l’ordine dei pazzi!

Noi fummo abituati da bambini
a frequentare blocchi di partenza
col testimone in mano e pronti al via.
Dicono che corriamo al pari d’altri
una staffetta di Stato per la vita:
ma siamo concorrenti resi stanchi
da chi...sleale, ci martella i fianchi.


Difficile risposta

La voce un po' tremante era di un bimbo
all’oscuro del tema e dello scopo
di quella conferenza organizzata
dalla nostra Amnesty International.
Egli chiedeva: – Chi ucciderà lo Stato
che per vendetta uccide chi ha ucciso?

Ero in platea con lui e gli risposi:
– Lo Stato che uccide chi ha ucciso
si annienterà da solo…lentamente!
– Con il veleno o con la corda al collo?
volle ancora sapere, scuro in viso.
– È senza cuore…morirà di niente!


Gramigna sparsa

Non faccio più da specchio riflettente
all’attuale cultura libertina
che si respira al chiuso ed all’aperto!
E se mi tocca esprimere un parere
non mi rifaccio a linee già tracciate
da scaltre penne dette “d'alto rango”
perché di parte o figlie del potere!
Oggi mi affido al libero pensiero
e definisco i nuovi educatori
gramigna sparsa tra deserto e fango.


Amore

Cos’è l'Amore?
Retorica domanda
con facile risposta!

L’Amore è amore:
una parola magica
che uccide e non offende.
Parola inflazionata
che vuole dire tutto
oppure niente
…dipende!


Per chiarezza

Seduti a tavolino due amici
parlavano di me a cuor leggero.
Disse il più dotto: – È penna come frusta
e mi diverte quando fa lo schiocco.
Meno erudito l’altro e pure sciocco:
– Ciance son queste! È solo un masochista
che preferisce l’orlo del burrone,
esattamente come quella mula
di quel prevosto dei Promessi Sposi.

Seduto anch’io di spalle me la risi
trovando inadeguato il paragone:
non avrei fatto un passo ch’era un passo
col vile Don Abbondio sul groppone
…e questo per chiarezza andava detto!
Poteva starmi bene l’animale
che in quanto spurio e non di razza eletta
godeva della mia comprensione
…e pure questa cosa andava detta!


Fumate nere

Nero fumo su tutto:
fumate nere sui gigli
sulle madri
sui figli.
Delle cose passate
si tace o si discute:
“…mi faccia il piacere!”
E giù fumate nere.

Certi antichi valori
sono a mollo sott’acqua:
acqua nera.
Se osserviamo la neve
è neve nera.
Per le attuali vergogne
appassisce il fiore.

Nero fumo su tutto!
Fra tanto nero
quanto resta del bianco
è dichiarato matto.


Un certo tipo di scienziato

Usa valenze formule alambicchi.
Protetto da soldati senza nome
in un bunker di cemento armato
fa le “prove d'autore”
…è un certo tipo di scienziato.

Top-Secret al cancello d’ingresso,
con rischi a iosa ed anni di prigione
per chi vorrebbe un pubblico processo
circa le sue trovate e le invenzioni.
Top-Secret su tutto:
fino al momento in cui non vorrà dire
delle sue elucubrazioni i nuovi frutti.

Ed eccole per l’appunto le sorprese:
U-35…materia appesantita
che spiana il campo e non consente il sacco.
Killer-Neutrone…che scorrerie permette
perché in sostanza elimina la vita.

È mente ottusa nata per far danni
un dietro l’altro e con irriverenza
verso l’Umanità ed il Creato.
È uomo che produce solo affanni
e quindi chiedo: “Chi mai avrebbe pianto
se ancora in fasce avessero ammazzato
un certo tipo di scienziato? “.
Ataviche incertezze

Prima dieci, poi venti, poi trenta:
oggi conta veloce i quaranta.

E cinquanta…sessanta…settanta?

Per fortuna non c'è chi può dirlo
e continua a sognare un futuro
in cui crede…per quanto insicuro.


Dio crea e…

Protagonista ignaro è un pomodoro
di marca nota, inscatolato a pezzi
o in bottiglietta: superconcentrato.
Figlio di un sole fatto su misura
secondo il manifesto irriguardoso
raggiunge sempre una tale pezzatura
per cui non c'entra l'uomo: è Dio che crea!

La grancassa continua e spara a zero:
“Con esso il pesce esalta il suo sapore
diventando delizia del palato.
La carne gli spaghetti e la polenta
senza il suo gusto e senza il suo passato
farebbero di cuoca molto attenta
una cucinatrice d'osteria!”.

Non si dia pena la casa produttrice
per questo sfogo libero e scherzoso:
la satira non mira a denigrare
un buon prodotto…che consumo spesso.
Sorrido amaro per certe trovate
che non danno risalto al contadino:
oscuro artista di tanto successo.


E se mi fermo cado

Mi accorgo d’esser solo
se scendo a camminare tra la folla
o se per caso cerco la mia ombra
…che non trovo
…se mi fermo cado.


Donna copertina

Nel dare luce fatua a qualche oggetto
brilla a comando come lampadina,
e se il connubio non ci azzecca un cazzo
dice che offrire culo gambe e seno
per esaltare il gusto di una mela
o far vendere meglio un frullatore
la fa sentire donna-copertina.

In momenti difficili e volgari
sogna di fare un blocco assai compatto
del suo giovane corpo un po’ gonfiato.
Ma il consumismo lo pretende a fette
per la durata dell’aperitivo
e lei non trova le coordinate
per tentare una onorevole fuga.


Sale che non mette arsura

Vado cercando prati
dove non muore il fiore,
rigagnoli di sangue
all’officina dei morti,
boschi dov’è nascosto Dio.

Vado cercando luci
che squarcino gli abissi,
arsenali in disarmo
arrugginiti dal tempo,
sale che non mette arsura.

Vado cercando un uomo
lontano dal suo ufficio:
senza divisa nera.
Forse ci capiremo
scambiandoci un sorriso.

Vado cercando donne
disposte a fare figli.
Niente pollice verso
per l’ultimo della classe
…sarà il primo all’appello!


Il nonno e la poltrona

Nell’angolo più sporco della casa
sulla vecchia poltrona: il suo confine
stava marmoreo e pensieroso il nonno.
Aveva gli occhi persi nella testa
e le tremanti mani sui braccioli.
Dalla bocca sformata usciva bava:
spurgava bile e non se ne avvedeva.

Pieni di vita e senz’alcun riguardo
intorno a lui gli allegri nipotini
giocavano a far chiasso per dispetto.
Al “giro-giro-tondo” quasi urlato
seguivano boccacce e pantomime
scatenanti risate su risate.
E poi le spinte…sempre concertate.

Osservandoli bene, il patriarca
si portò con la mente ai tempi andati
e si rivide bambino col nonno:
sulla stessa poltrona abbandonato.
“Scene uguali in momenti diversi!” pensò
Questo scomodo seggio per chi invecchia
è tappa obbligata…il podio degli insulti!”.

Tentò di alzarsi in segno di protesta
ma la stanchezza non glielo permise.
Sperò di limitare quello spasso
con un gesto di stizza e fu la resa:
un nipotino lo tirò dai piedi
convinto che volesse stare al giuoco
e il vecchio cadde a terra…senza vita.
Se questa storia non è interessante
sotto a chi tocca, il tempo è galantuomo
e la poltrona del nonno è in ogni casa
pronta per tutti: a piccola distanza!
Dipenderà da voi, bambini d’oggi,
far che sia posto infame per dannati
o trono ambito di grande importanza.


Diversamente non si vede meta

Se notaste con quanta frenesia
il pendolo scandisce i nostri giorni
converreste con me che a nulla vale
correre in mezzo a mille paracarri:
corre già lui per noi…e poi
la corsa è bella se la vista gode
di tutto il panorama circostante.
Diversamente, a parte la fatica,
e corsa a rischi e non si vede meta.


1 ottobre 1994 sulla Salerno-Reggio Calabria                       

Sempre fiero io fui della mia terra
e ne ho parlato spesso con ardore:
traendone vessilli ricamati
con la tanta umiltà che in essa alberga.
O con quei fili d’oro ricavati
dal grande orgoglio che coltiva in serra
malgrado l’onta della povertà.

Oggi qualcosa invece mi trattiene
e se dovessi dir dove son nato
risponderei che sono un italiano
per meglio suddividere il peccato
che me la rende rozza e infanticida
..mentre dagli occhi miei cadono lacrime
che vorrebbero strappare dalla siccità
le tenere radici di Nicholas Green.


E gli altri?

L’Universo e le stelle
le stelle e il Sole
il Sole e la Terra.
Sulla Terra Torino
a Torino il Valentino
dove c’è una panca
e sulla panca un uomo:
un uomo solo.

Solo sulla panca
al Valentino:
nel centro di Torino.
Solo sulla Terra e nel Sole.
Solo tra le stelle
in mezzo all’Universo.
E gli altri
…dove sono gli altri?
   

L’Arca di Noè

Appena ebbe finito gettò l’ascia
quasi rovente per la gran fatica
ed ammirò stupito lArca
ordinatagli da Dio…ch’era incazzato.

Onde evitare beghe coi viventi
…accorsi in massa per essere salvati
volle anche lui sfogliar la margherita
e cercando di salvare il salvabile cominciò:
– Il leone, re della foresta,
devo farlo salire oppure no?
La margherita gli rispose: – Sia!
E proseguì Noè per questa lunga via
fin quando giunse all’essere pensante
…pieno di vizi e scarso di virtù.

Ne venne fuori una sentenza strana
che lo assolse...ma per insufficienza:
così l’uomo non salì sull’Arca
ma venne trainato su una barca.


E le speranze furono briglie

Occhi di pianto verso un cielo fosco
in cui non si vedeva fantasia
e col marchio rovente sulla brace
il gioioso nitrir del puledrino
divenne grido che si spense in gola,
dolore per la perduta libertà,
desiderio di Maremma lontana
…dove per allenarsi al salto in alto
la natura dissemina giuncate,
tronchi e sterpaglie sparse
...e non barriere misurate a metri.

Ma il buttero non ebbe compassione
e spinse con forza nella carne il ferro.
Poi con l’inconfondibile segno
“dell’ognuno al suo posto”
il puledrino si rimise in piedi
…e le voglie di galoppate al vento
in pieno arbitrio furono briglie,
morsi d’infamia, schiuma e bava.


I mendicanti del mondo

Come pesci pescati nel mare della miseria
sperano sul fondo della barca.

Dando l’ultimo scossone alla vita
che li ha visti protagonisti del nulla
boccheggiano senza protestare:
mendicanti e straccioni, quali sono
subiscono con grande dignità
la non voluta intimità con la sventura.
Ogni tanto qualcuno stringe i denti
doloranti per il lungo digiuno
e sorridendo dice: “Finché dura
questo scalino del portale è mio,
ma quanto prima io lo lascerò
e sarà tuo, o di tuo figlio.
Per ben che ti vada sarà tuo nipote,
misero lui, a prendere il mio posto!
Così potrai capire la tortura
del mendicar la vita alla beneficenza!”.

Come pesci pescati nel mare della miseria
si dannano sul fondo della barca.

C’è chi si arrangia con l’accattonaggio
e c’è chi ruba giusto l’essenziale
Chi si vergogna, o non ne ha il coraggio,
vive pescando nella spazzatura.
Vantano pure un Re senza corona
che tutti i giorni è schiavo del bicchiere
e che quand’è bevuto li taglieggia,
ma i mendicanti si sa son tolleranti:
per questo sono in basso e sono tanti.
Dormono sotto i ponti. Per le strade.
Sulle panchine oppure negli androni
di palazzi fatiscenti e diroccati.
Germogliano come fiori profumati
in riva alle cloache delle grandi città.
Conoscono la notte per intero
…con un domani che non è mistero.

Come pesci pescati nel mare della miseria
muoiono sul fondo della barca.


I parametri del disonore

A Cassius Clay
sei miliardi di lire in un minuto:
pari a cento milioni al secondo,
in cambio di un gancio e di un diretto
che hanno messo al tappeto lo sfidante.

All’operaio
poche lirette al mese e sono tante:
sentendo imprenditori e sindacati
egli non ha la stoffa del campione
…anche se suda per l’intera vita.

A chi sta peggio
non è concesso di giocar partita:
disoccupato e senza una certezza
se non si uccide campa alla giornata
…facendo a botte con i propri mali.

E per la Legge sono tutti uguali!


Buchi neri

Le generazioni che verranno dopo
non gradiranno le nostre eredità
fatte di vizi giunti fini al fondo.
Ci accuseranno di protagonismo.

Guarderanno stupiti i grattacieli
e penseranno alla Torre di Babele.
Areranno le nostre superstrade
e nelle zolle pianteranno il grano.

Le nuove donne, fatte di sorrisi,
si mostreranno con le gambe aperte
e vorranno di nuovo partorire:
per sentirsi finalmente intere.

Le generazioni che verranno dopo
osserveranno con dell’ironia
i missili rimasti sulle rampe
e penseranno, ridendo, alle supposte.

Le rampe vuote? Peggio di buchi neri!


L’erba voglio

Sarebbe bello quando si fa notte
dopo l’affanno sull’acciottolato
potersi riposare nel giardino del re
e lì, sull’erba voglio sdraiato,
urlare a Dio: “Il mondo è senz’amore!”.

Sarebbe ancora meglio se potessi
discutere con lui senza timori.
Allora sì che gli direi d’un fiato:
“Voglio che il Sole sorga anche domani
perché ho sbagliato e voglio riprovare!
Voglio che l’uomo abbia una coscienza
in grado di capire la natura!
Voglio vedere l'acqua del torrente
di nuovo chiara e che non sporchi il mare!
Voglio che giù in palude, tra le canne,
torni a nidificare il migratore!
Voglio sia fatto salvo l’elefante
da chi lo uccide solo per le zanne!”.

Se questo sogno mio prendesse piede
così concluderei le altre istanze:
“Per chi commette abusi di potere
provocando malessere e lagnanze
voglio castighi in una giusta sede!”.


Da Trapani a Milazzo

A giudicare dall’odio fratricida
che sparge sangue e semina terrore
si direbbe che un dio onnipotente
…che non capisce un cazzo,
stia governando da Trapani a Milazzo.

Se così fosse pongo la domanda:
– Con uno Stato pronto a dettar Legge
per mezzo dei suoi uomini migliori
potrebbe forse…un tale delinquente
consumare delitti impunemente?


Via Artom

Il chiaro artificiale è inesistente
in quest’angolo remoto di Torino.
Selene manda sulle squallide case
metallici riverberi di ghiacci antichi.
L’odore dei cavoli bolliti impregna l’aria:
che nella zona si mantiene stagna.
C’è un randagio che si fa una cagna
e gatti neri che tagliano la strada
senz’accompagnamenti di scongiuri
o toccate di ferro…e giù di lì.
Desolante l’assieme delle cianfrusaglie
buttate ai lati della spazzatura.

Quest’inganno è via Artom:
abitata da gente senza nome
che paga alla vita il caro prezzo
di un biglietto gonfiato dal bagarinaggio
...immigrati che pagano il pedaggio
nell’attesa che il cielo si colori!
Questo scempio è via Artom:
un posto senza santi né madonne
dove ogni cosa sarebbe da rifare.
Non è determinante lo sbandato
che insieme alla precoce sorellina
rompe a sassate l’ultima lampadina.


Agonia dell'ignoto

Dopo l’eterno inseguimento al giorno
stanca e nera venne la notte
e l’Universo in subbuglio si chetò.
Anche il lupo smise di cacciare.

Solo un passero nascosto nel suo nido
dava segni di grande insofferenza
con dei battiti d’ali…all’improvviso!
Aveva il gufo sullo stesso ramo.


A malincuore

Stringendo i denti si farà coraggio
e se dovrà badare alla morale
almeno un occhio se lo tapperà:
dopo gli anni passati ad aspettare
si fingerà relitto alla deriva
e farà in modo che lo porti l’onda.

Voglio fare di lui un camaleonte
che muta pelle come fanno tanti?
Non intendo scusarlo a cuor leggero
dei panni che non veste saltellando!
Ma per chi annaspa tutto può far sponda
…compreso il secchio della spazzatura.


Il buffo è che s’illuse

Il giorno che tracciarono i confini
oltre i quali gli fu proibito andare
si sentì come un fottuto pellerossa:
disposto a tutto…persino a scotennare
un intero esercito di soldati-blu.
Ma fu paglia bruciata senza vento
l’ira che lo accecò in quel momento:
“Essere molestato o molestare”
si disse “è cosa casuale
…dipende solo dalle circostanze
essere questo o quello!” e gli bastò.

Il buffo della storia è che s’illuse:
puntando tutto sulle sue prestanze
credette di tenersi neutrale!
Ora si sente come quel bambino
che sui banchi di scuola…da cretino
sciupa il tempo acchiappando mosche
per dimostrare agli altri quant’è bravo
…ignorando ch’esiste il D.D.T.


Laudate Dominus!

“Gloria in excelsis Deo!”
e per che cosa?
…non è più bianco l'abito da sposa
e dei motivi non se ne discute!

Dei cardini portanti e collaudati
oggi si ride a scuola e per le vie
e pure noi…pagliacci ammaestrati
per sostegno ridiamo a crepapelle!
Anche la Luna non è più la stessa:
si è quasi distaccata dalle stelle
da quando senza opporre resistenza
s’è data per intero al trasgressore
che l’analizza…per la finta scienza.

“Gloria in excelsis Deo”
e per che cosa?
…c’è chi lavora e c’è chi si riposa:
stanco di non aver mai fatto niente!


Decadente sinfonia

Ferita dal non senso che straripa
la società degli uomini agonizza
e noi, pentiti, ci battiamo il petto.
Dovevamo però pensarci prima:
quando spavaldi e poco illuminati
fummo capaci di strappare cuori
e piantare al suo interno transistori:
convinti a torto che la matematica
potesse fare a meno della filosofia!

Ora che due più due fa sempre quattro
e l‘esattezza dei conti ci deprime
vorremmo un poco di elasticità.
Invece è tardi: stando alla campana
che non la smette di suonare a morto
e manca un attimo all’ultimo rintocco
…che se suonato ci frantumerà!

A chi si devono le tante stonature
di questa decadente sinfonia?
non certamente a me e neppure a voi!
Comunque a tutti quanti noi.


Dal cannocchiale di san Luca

Sul colle di san Luca, al Bellavista,
un giorno vidi un vecchio mal conciato
osservare Bologna al cannocchiale:
metteva a fuoco case e monumenti
luoghi di grande passo o di ritrovo
e sghignazzava nel mirar le genti.

molte monete messe difilato
indispettirono un bimbo che aspettava,
tanto che inviperito urlò alla madre:
“Forse ha scoperto di Colombo l'uovo!”.
L’altro aveva da dire e lo incalzò:
“Sai cosa ho visto nella Piazza Grande?
bambini come te che sanno tutto
e che d'adulti emuleranno Rambo!
Sostieni forse che non sono fessi
visti con quest'arnese da quassù?
Guarda…guarda attentamente pure tu
la sottostante vetrina d’insuccessi!”.

Il bimbo vide e l’uomo, continuò:
“Sono campioni senz’alcun valore
…come la maggioranza silenziosa
che china il capo e spinge la carretta
…o che la tira a botte di sudore
perché servili o poco ragguagliati!”.

“Così malmesso (contrastò il bambino
che non lo aveva ancora calcolato)
vorresti pure che ti dessi retta?”.
“Dovresti farlo! (chiuse il conto il vecchio
senza dare alcun peso all'apparenza)
Solo così facendo capirai
l’attimo che regala quest’oggetto.
Diversamente il posto tuo è laggiù
ad ingrossar le fila…stai vedendo?
E non ti basterà l’insofferenza:
diventerai un numero anche tu
per quanti guarderanno da quassù!”.


Droghe di Stato

Con la speranza…moglie degli sciocchi
partecipate ad ogni lotteria,
puntate al giuoco e fate la schedina:
vere droghe di Stato per allocchi.

Se in casa vostra tutto va in rovina
date i numeri al Lotto perché in fondo
la Fortuna vi deve una “cinquina”.

Ma che pasticcio è questo se il fregato
si avviluppa da solo nell’imbroglio
e non si accorge della fregatura?

Nella sostanza è osso senza polpa
tutto ciò che si lega alla ventura!
E questo è bene dirlo a dei minchioni
disposti a comprar sogni…anche ad usura.


Ecologia 2000

Nei prati…una volta fioriti
sacchetti di plastica sparsi
lerciume e rifiuti.
Sulle verdi colline
…dove prima nascevano i pini
cemento e mattoni.
Lungo i fiumi galleggia ogni cosa
ed al posto dell’acqua
scorre melma schiumosa.

Anche i mari profondi e puliti
per guadagno hai mutato in latrine!
…si disperano i pesci
…manca il verde turchino!
Nube nere color della pece
danno piogge mischiate a veleni
e con l’aria impiombata che tira
non c'è modo per metterti i freni.


Malformazioni congenite

Se gigante è quell'amico
che dà corda o che dà mano
mentre affondi in un pantano
..oltre a quelli nati nani
io già conto mille amici:
quasi tutti senza mani.


Pubblicitarizzati

Tra coloro che andrebbero protetti
da chi fa soldi a colpi di grancassa
ci sono i compratori creduloni:
nuova categoria di andicappati
che chiamerò “pubblicitarizzati”.

Le spinte per gli acquisti sono tante
eccone due: “Succhia una Malia
per non sentirti ladro oppure spia!”,
“Se col tempo le tette cadon giù
con questa crema...te le tiri su!”.

Risate a parte è chiaro che il tamburo
non va per il sottile coi prodotti:
se c’è sistema d’intascar quattrini.
Dicono che dipende dalla moda
e che…per niente devi far la coda.

Vuoi tu vendere merda per il viso?
affida il tutto alla “pubblicità”
…dalla sua puzza ne trarrà profumi
e molti fessi, tra i diversi affanni,
acquisteranno stronzi per nascondere gli anni!


Quando Berta filava

A sentire i racconti della gente
C’era poco e quel poco bastava
…quando Berta filava.

Il suo fuso prillava e dava filo
da fare panni adatti alla campagna.
Se non aveva d’accoccare lino
sapeva accontentarsi del cascame
e canticchiava ai lati del camino.

Sono le stesse voci a riferire
che il “progresso” portò carestia
…e Berta scappò via!

Costretta a diventare cittadina
da chi prefabbricava  congiunture
per non sentirsi inutile e mendica,
o  vittima di scelte a doppio senso,
si mise i guanti ed accoccò l’ortica.


Un po’ di cuore

Non sono santo e non concedo sconti:
a chi mi danna senza una ragione
dichiaro guerra in affollate piazze.
Capita pure che le mie vendette
immaginate…e quindi virtuali
diventino modelli di violenza.
In questi casi, con furore cieco,
riduco al lumicino intere razze
e per non fare tuffi verticali
nel nero pozzo della mia demenza
mi fermo solo quando c’è un bambino.

Le vostre sono invece guerre vere
con morti veri e vedove piangenti,
con bimbi veri…spesso assassinati.
Se viste in controluce in esse appare
la forza bruta mal mimetizzata
di chi vive di furti e di rapine,
o calcoli già fatti a tavolino
dove per soldi tutto si può fare.

Io non vi chiedo chimeriche armonie,
ma se vi resta ancora un po’ di cuore,
fermatevi anche voi se c'è un bambino!


L'Autostrada del Sole

Un comodo nastro d'asfalto
è il cordone ombelicale
che unisce il Nord al Sud.
Ma quanti disastri
e che scontri frontali:
il nascosto razzismo che scende
urta l’ingenuità che sale
ed un pezzo di strada si rompe.

La ricchezza del Nord
contro la povertà del Sud.
L’operaio del Nord
contro il bracciante del Sud.
La scuola del Nord
e l’ignoranza del Sud.
La chiesa del Nord
e il Cristo del Sud.

Quanti ponti ancora da fare
Sull’Autostrada del Sole:
per poterla percorrere senza dolore.


Anatocismi e dintorni

Banche…
danno cavalli alati al pelanibbi:
e lo fanno sguazzare nell’utile netto!
Lui non sa che significhi “dare”
e se il verbo dovrà coniugare
gli antepone con metodo “avere”.

Tassi…
e l’ignaro cammina carponi
sotto il peso di enormi salassi!
Chi ne abusa non molla la presa
e la tiene inchiodata al suo carro
che farebbe arrossire re Mida.

Pianti…
sono i segni evidenti del danno
quando in rosso si chiudono i conti!
Ci vorrebbe un sistema più giusto
dove leggi ed umani diritti
riducessero al minimo i guasti.


Quadrifoglio di plastica

Laggiù nel suo minuscolo paese
lontano dal frastuono cittadino
mira il paesaggio e con la mente vola:
diventa piuma che si affida al vento
finché non cade sulla dura terra
che non concede frutti al contadino.

Squalificato nel novello impiego
…ultimo alla catena di montaggio
lì lo commuove un germoglio
piantato e ripiantato con coraggio:
vorrebbe ne spuntasse un quadrifoglio
per dirsi almeno in parte fortunato.

E lo sarebbe se quel lungo treno
sul quale salirà da disperato
non falsasse di nuovo il suo cammino!
Ma c’è chi sfrutta con perfetto imbroglio
e al posto delle zolle avrà l’asfalto
quando il convoglio giungerà a Torino.


Tra i discorsi del 1971

“Compagno mio di lotta
non lasciarti morire
e sul cartello scrivi:
Abbasso chi ci sfrutta!
Scendi in piazza deciso
e guarda il ricco nel viso!”.

Era un sindacalista d’assalto,

“Con quel poco che hai
non puoi fare castelli!
Scendi in piazza con noi
per un giusto salario:
non otterrai nulla
recitando il rosario!”.

al libro paga del capitalista

“La certezza del dopo
resta ancora lontana!
Con l'aria che tira
e con questa tramontana
ogni civile protesta
si fa sempre più vana!”.

E sostenitore dei Centri Sociali.

“Ora il trucco è finito
e con la nave in avaria
se non l’hanno capito
glielo diremo noi:
ficcando un dito in culo
a questa borghesia!”.

Era il vendicatore mascherato!


Le colpe dei padri

Dopo un processo-farsa…come tanti
per limitarne al massimo la foga
ritenuta dannosa e inconcludente
se contrapposta all’arrogante toga,
ai propri figli un giorno un padre disse:
“Restate zitti e risparmiate il fiato:
non è gridando non si ottiene ascolto!
Quando ci si rivolgete al magistrato
occorre farlo su carta bollata!”.

La sera a casa… dopo la condanna
aggiunse il resto, della stessa essenza:
“Aprite quelle tende agli occhi altrui
Senz’appannare con il fiato i vetri!
Ciò che succede in questa stanza adesso
a me pare corretto e trasparente
qualcuno prima o poi si fermerà
…affinerà lo sguardo e ci vedrà.
Buttate i veli, dunque, e su coi visi
…se avete gli occhi rossi è perché voi
piangete colpe che non sono vostre.
Soldi a palate il mondo vi dovrebbe
per i torti patiti…e voi li avrete!”.

Negli anni a mille andarono i soprusi,
il padre cadde e caddero le attese.
Ai figli non rimase che la rabbia
di non aver distrutto giusto in tempo
ciò che andava distrutto per principio.


Vecchi scarponi

Senza rimpianti andate su in soffitta
dove nascondo agli altri i miei difetti
...per me non siete che scarponi vecchi
coi quali ho già percorso acciottolati
....e non modelli d’alto manufatto
coi quali è stato bello camminare!
Se siete consumati da una parte
non v’è rimedio che ci possa stare
…io non vi calzerò come in passato
quando marciavo per tenere il passo!
Oggi cammino piano e col fiatone
quindi passeggio e per non inciampare
uso ciabatte comode e leggere
che non mi danno calli da estirpare!
Perciò da brave andate su in soffitta
con scatola, con lucido e laccioli
...andateci da sole e non fatevi portare!


E di un'apocalisse…

Il contatto con chi mi marcia accanto
va definito ghiaccio d’alta quota
o muro spesso che non cede all’urto
…e sono stufo di gridare aiuto.

Se mi potessi fare un bel regalo
oggi che soffro di mutismo acuto
incarterei un semplice saluto
e me lo spedirei…da muto a muto.

Questo mi ridarebbe l’allegria
di quando tutto mi sembrava rosa
e mi dicevo di un’apocalisse:
“…alla fin fine cosa vuoi che sia!”.


Testamento

A dispetto di chi cerca scusanti
lascio alla mela tutto il suo sapore:
la vecchia storia della prima donna
che per mangiarla perse il Paradiso
è troppo sciocca e non l’ho mai bevuta.

Lascio il serpente: vittima innocente
dello stesso disegno criminale
che l’ha ridotto emblema del peccato
a quanti hanno capito l’animale
e sanno bene che non c’entra niente.

Lascio per sempre il corpo mio alla terra
che mi ha dato da vivere quel tanto
per poter dire che ho partecipato
…e qui del mio agire meno vanto
anche se il mio momento era sbagliato.

Lascio i pensieri e la mia voce al vento:
sperando che li porti in luoghi adatti
in cui regni la pace e l’armonia
…del già discusso e riferito altrove?
…quello è un disgusto che mi porto via!


Appiattimento

Con pranzi e cene in piccole compresse
di carboidrati o sali minerali,
a tavola voi non avrete odori
né finezze per bocche delicate.
Ma la stupidità dei vostri assunti
sarà palese nel momento in cui
sulle veloci strade a sei corsie
al posto delle strisce avrete fiori.
O quando i vostri figli…nati smunti
con dei cervelli alimentati a droghe
discuteranno coi televisori.

E non importa se “leoni” o “pesci”:
l'appiattimento è tale che alla fine
l'oroscopo sarà per tutti uguale!


Ipocriti sulla via di Assisi

Ci s’illude credendo che la guerra
vada in disuso per intelligenza!
Questo lo avremo solo se la pace
oltre ad essere il punto di partenza
diventerà bagaglio personale,
o meglio ancora una seconda pelle
per tutti gli abitanti della Terra!
Compresi certi amici pacifisti
che un giorno l’anno con ipocrisia
fanno vetrina sulla via d’Assisi.


Come quando…

Come quando padrone del vapore
solchi mari tranquilli e non ti accorgi
della tempesta nascosta nella rotta
…che presto arriverà per inghiottirti.

Come quando al chiaro d’un lampione
osservi la tua ombra che si allunga
fino a farti sembrare un gigante
…per poi sparire man mano che cammini.

Come quando ti domandi che sei
senza far caso al nome ed al cognome
e scopri la tua vera identità
…che non va oltre il nulla più assoluto.


Torino 14 febbraio 1983

Funerali di Stato in Cattedrale
e tra le autorità giunte da Roma
c’è chi s’incazza, c’è chi invece sviene
e c’è chi sulla piaga sparge sale.
Una delle scemenze più sentite:
“Il dolore è di tutti. Ci appartiene!”.
Del porporato l’omelia commuove:
come lagna si dava per scontata
…un po' di pianto è quello che ci vuole
per rinfrescare i corpi abbrustoliti.

Ma non finisce qui l’insana verve
di chi ha lingua solo per stupire:
nei locali alla moda, o al mercatino,
tra chi suppone il becero ricama!
Va oltre il colmo l’eco di un adulto
che mette sull'’avviso un ragazzino:
 ̶̶  Se vuoi andare al cinema vai pure
ma per favore non allo Statuto
…lì danno Gioventù Bruciata!


Le scelte

A cena anch'io…di laccio coi potenti
in un locale antico e rinomato,
un po' per i bicchieri sempre colmi
un po' per i discorsi inconcludenti,
restai digiuno e pure nauseato.

Messo per sbaglio al tavolo centrale
tra donne-colonnello imparruccate
e trimalcioni a conteggiar quattrini,
preso di petto all’improvviso dissi:
– Voi per soldi fareste anche i becchini!

S’impermalì la moglie di un banchiere:
ottanta chili…ben distribuiti
a sentir lei: alta un metro e un cazzo
con terre in Lomellina e con degli avi
marchesi di Cannata a quattro palle.

Non erano finiti gli antipasti
che intorno a me vantavo posti vuoti.
Sarebbe stata una squisita cena
senza quel fiume in piena di parole
contro la libertà del mio pensiero.

Non me la presi…sono coerente
e quando attacco vado fino in fondo!
Mi portò bene chiudere la cena
nella modesta casa di Lucia:
la cameriera addetta alle portate


Dai giornali del 18 settembre 1982

Uomini robotizzati strisciano
Poi fanno il “passo del gattino”.
Equipaggiati da mozzare il fiato
confondono la notte col mattino
e simili a falchi tendono tranelli
alle poche colombe della pace
che han già nidificato tra gli ulivi:
ne verrà fuori una carneficina.

Sulla stampa politica di parte
la faziosità diventa penna
che scrive in rosso: non c’è più vergogna.
Da fuori noi tifiamo questi o quelli
basandoci su cronache bugiarde
fatte da chiosatori prezzolati:
giornali che descrivono coltelli
in grado di affrontare carri armati!

Anche stamani evince la menzogna
dai titoli di testa e dagli occhielli:
raccontano di Sabra e di Shatila
col sangue definito acqua piovana
e della Palestina…che vorremmo Stato.
Molti invece i consigli per gli acquisti
mirati per lo più a farci fare
la gitarella ai monti…oppure al mare!


La lupara e l'innocente

Sono le cinque di una calda sera.

Nella campagna coltivata a sassi
in cui la serpe regna in assoluto
all’improvviso un colpo di fucile.
La gente giù al paese sente l'eco
e si dilegua mentre il corpo cade.
Dal campanile della chiesa-madre
a martello si avvisa: è funerale.

Sono le cinque di una brutta sera.

Al passaggio del carro con la bara
C’è gran levar di coppole e cappelli
del tutto pari a rassegnato inchino.
Chi ora giace ieri era un bambino
preso per sbaglio a colpi di lupara.
Ma il sacerdote intona il “Dies irae”
e l’omertà lo addebita al destino.

Sono le cinque di una triste sera.


Il pittore e la politica

Chiamato a pennellare un quadro astratto
il pittore non ha ripensamenti:
colorerà d’azzurro chiaro il cielo
il sole rosso sembrerà di fuoco
darà tonalità di verde al mare
sui fiori verserà la tavolozza.

Nei valori tentenna e non abbozza.
Poi dice che ha trovato, e per contrasto
di grigio tingerà la Casa Bianca
Casa Rosada avrà un colore tetro
Montecitorio a base di “cretino”
…tinta che leva trasparenza al vetro.

All’artista però resta un problema:
come colorerà il Cremino?


Suicidio

La luna faceva capolino
tra nubi nere sparse,
l’acqua scorreva lenta
sotto il vecchio ponte,
La città si annoiava:
stentava a prender sonno.

Un uomo camminava solo
nella notte scura.
Parlava con le cose
guardando attonito le case
in cui qualcuno si amava
…forse.

Vagò fino al mattino
rivivendo al rovescio la sua vita.
Giunto che fu sul ponte
vicino al Valentino
lo scavalcò deciso:
senz’odio per Torino.


Un teorema per la Magna Grecia

Da Taranto scendendo fino a Reggio
il buio è pesto e non si vede luce:
il tempo perso dalla Magna Grecia
nel ricucire vesti da indossare
alla festa del santo protettore
ha spento fari lampade e candele.

Lì gli anni a misurarli è la clessidra:
a Metaponto, a Sibari, a Crotone
non basterebbe l’estro di Platone
a debellare ataviche apatie.
In altri siti l’aria è così densa
che da millenni non si muove foglia.

L’immobilismo fu deciso altrove
da Roma in su…fino a toccar Torino.
Fu prima Cesare a spargere veleno
e poi , man mano, barbari e Borboni:
finchè a valanga giunse il “nuovo regno”
…che del maltempo portato ancora piove.

“Colpe passate da dimenticare!”
fu detto e scritto per fermare il pianto
di chi non ebbe mai risentimento.
Ma se problema c’è qui sta alla fonte:
urge trovare un altro Campanella
che ridia lumi alle Città del Sole.


Mancato appuntamento

Non mi aspettava al posto stabilito.

In quella calda estate del 'Settanta
ero giunto a Siviglia in autostop:
rincorrendo le gesta di un’amante
che consumava il meglio della vita
contro il regime e gli uomini di Franco.

Dissero che da tempo era sparita.

Dalla Puerta Real all’Alcazar,
dalla Cartuja, a Triana, alla Giralda
fino alla muta piazza San Fernando,
sentivo la sua voce penetrante
e c’era quasi ovunque il suo profumo.

Messa in galera non venne liberata.

E per me fu davvero difficile
immaginare momenti di gioia
senza i balli andalusi di Carmen:
indole forte e corpo da gitana
che m’incantava e che non vidi più.


Il mio tempo

L’ho diviso in giorni mesi ed anni
e volendo ne controllo gli istanti.
Ma cos’è nel concreto il mio tempo:
è la distanza che mi separa da Dio
oppure un lento passar di minuti
che alla fine…dopo tanta fatica,
si diranno comunque vissuti?


Brindisi

Vedo saccenti laici indottrinati
col breviario delle messe nere
e tabernacoli colmi di veleno
che dovrò bere per forza o per amore
e voi cercate la mia compagnia?
Cornacchie a stormi ombreggiano la via
nei pressi di quel bivio senza insegne
…fanno da sfondo alla tragedia greca
in cui sarò protagonista muto,
con voi comparse pronte a far baccano,
e vorreste un sonoro battimano?

Non posso farlo: voglio restar solo!

Se brindassi pure io all’allegria
si appannerebbe la coppa,
il vino diventerebbe per incanto aceto
e saltellando su tizzoni accesi
dovrei nascondere questa pazzia.
E c’è dell’altro, amici buontemponi
…bravi a mutar vestito per la cena
onde evitare di pagare il conto!
Se il passato non vale più di tanto
ed il presente non merita la staffa
dell’avvenire chi si fa garante?

Non posso farlo: regna la paura!

Se fossi ottuso e privo di coraggio
forse alzerei il calice alla morte:
resta malgrado tutto una certezza.
Ma sono forte e mi ritengo saggio
perciò vi lascio senza far cincin:
c’incontreremo ancora e si vedrà
...valuteremo di volta in volta
s’è il caso di brindare oppure no.
E dato che in me non c’è vigliaccheria
dico: “Salute a te malinconia
…di come dovrebbe essere e non è!”.


Monopolisti a raccolta

Per evitare che spuntasse l’odio
il più anziano dei monopolisti
prese parola e pilotò il convegno.
 ̶  Regola prima, – urlò – serve l'intesa
altrimenti non regge il monopolio.
– Quali prodotti? – sovrastò la voce
di chi voleva si lasciasse il segno.
E la risposta: – Se pubblicizzato
pure lo sterco si trasforma in soldi…
quel che conta è la voglia di arraffare
…a costo di sembrare manigoldi!
– A chi andranno i profitti? – un moderato.
– C’è ricchezza per tutti, amici miei,
e quando dico tutti dico noi
nascosti in Società per Azioni…
per via del fatto che l’anonimato
permette di sfuggire a molte imposte!
– E col potere precostituito? – un titubante.
– Con chi governa non corriamo rischi:
pagando qualche piccola tangente
diventeremo padroni dello Stato!

Il Congresso fu chiuso senza fischi.


Giudici da giudicare

Menti oscure e lardosi
con l'arroganza di chi si sente forte
e la coscienza pesante tonnellate,
togati di leggerezza e malafede
ogni domenica vi comunicate.
Buon per voi che Cristo è disattento
negli altri giorni della settimana
quando muniti di codice penale
anteponete il ricco al disperato:
giunto in catene al vostro tribunale.

Impelagati in comma e capoversi
per non lasciare spazi alla chiarezza,
da un pulpito che puzza di peccato
emanate sentenze su sentenze:
sicuri che chi si dovrà dannare
ha poco peso in questa società
dove l’abuso batte la ragione.
Siete vigliacchi e vi sentite eroi
ma verrà giorno in cui darete conto
ed alla sbarra ci sarete voi.

Quel dì sarà di sangue perché anch’io:
innocente da voi messo alla gogna
vorrò lenire pene che ho nel petto
e per le quali ho perso sempre tutto.
Quel dì le vostre madri per salvarsi
dovranno dirmi cos’hanno partorito
mettendo al mondo voi…nati dal retto.
Dirmi dovranno se siete come noi
o siete il frutto di un amplesso sbagliato
...e se così fosse perché vi hanno allattato!


Porto Kaleo

Se vuoi sdraiarti ed arrostire al sole
qui non ci sono lidi vacanzieri
da contrapporre a Rimini o Riccione.
Qui tutto l’anno regna il mare mosso
e l’utopia diventa un ombrellone.

Qui per diporto…leggasi fatica
che paga poco e non concede svaghi
a chi saprebbe ridere e scherzare!
Perciò si affoga o si galleggia appena:
spesso avvinghiati a chi non sa nuotare.


Una grande farsa

Un forte dubbio su certi fondali
lo spinse a rifiutare il copione.
– Cos’è tragicommedia o farsa
questa irripetibile messa in scena?
Se l’autore è nascosto tra le quinte
(disse guardingo)  tiri fuori la voce!
– Risponderò per lui! – tuonò qualcuno
nero vestito e col messale in mano.
– Chi ti autorizza…se mi è consentito?
– Conosco l’antefatto in quanto prete!
– Più che licenza a me pare difetto…
tu neghi l’acqua pure a chi ha sete!
– Per colpa del peccato originale
Lui con te non vuole aver contatto!
– Sarà, ma nel mio caso ha torto:
se di mela si tratta…come dici,
io non l’ho mai mangiata e tu lo sai!
– L’ha fatto qualcun altro al posto tuo:
figlio di Adamo sei e come tale
paghi le conseguenze di un peccato
che fa di te un essere fottuto
nella perfezione del Creato!
– Non stai tenendo conto dell’eccesso!
– Io dico che se il padre è debitore
 ai figli non rimane che pagare.
– Non convince per nulla questa tesi
e tu ci tieni il moccolo…vergogna!
– La mente è lui! Che posso farci io
se per il furbo ci rimette il fesso?
– Detto da te che sei il suo prelato
a me non resta che chiamarla farsa…
finchè resti bugiardo con te stesso.






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Opere dello stesso autore:

Ricominciamo da zero (teatro).
Il Giudizio Universale in un momento di crisi (teatro).
Chi è di scena? (co-autore Giorgio Molino).
Finestre sul Po (co-autore  Giorgio Molino).
Benvenuti nella città del delitto (romanzo).
Racconti al pepe (narrativa).
Il grande sogno italiano (Storia).
Libertà & Progresso (movimento politico).
L’isola che non c’è (politica).
Cinquant’anni di ruberie democratiche (politica).
Pillole politiche (saggistica).
Striscia la bufala (le comiche)


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