Marginelle
8 agosto 1956
Paragonare i migranti che a centinaia di migliaia oggi invadono le
nostre coste ai 136 minatori italiani morti in Belgio l'8 agosto del
1956 nella miniera carbonifera di Bois du Cazier, a Marginelle, in
Belgio, a mio avviso è come oltraggiarne la memoria.
A
promuovere la vergognosa similitudine, non sono gli italiani che
della dissennata invasione extracomunitatia ne subiscono le
conseguenze, ma quella parte marcia della nostra classe politica che
su questa nuova tratta di esseri umani ci lucra. Gente che promuove
valori che non sono tali...come per esempio quello di dare in
adozione bambini (ignorandone i naturali diritti) alle coppie gay.
Oppure che magnificano le tante "virtuose" immoralità di
cui vanno fieri e che stanno facendo fare all'Italia la fine
dell'Impero Romano: crollato per decadenza dei costumi e per la
dissolutezza degli ultimi Cesari. Solo che i primi sono così
ignoranti che della calata dei barbari e dei saccheggi dell'antica
Roma non ne masticano affatto.Ma vediamola più da vicino la
vergognosa similitudine di cui sopra. Senza citare i tanti affiliati
alle cosche di governative che la sostengono!
Cominciamo
innanzitutto col dire che i nostri connazionali non andarono in
Belgio senza essere invitati. La loro richiesta, come minatori, fu
avanzata direttamente dal Governo Belga al Governo italiano. Una
richiesta che si concretizzò con un protocollo firmato dai due Paesi
il 23 giugno del 1946. In esso, considerando il nostro assoluto
bisogno di carbone (che il Belgio non ci vendeva per ripicca: essendo
stati suoi nemici nella Seconda Guerra Mondiale) si certificava che
Bruxelles ci avrebbe venduto 2.500 tonellate di carbon fossile per
ogni 1.000 lavoratori da noi mandati ad estrarlo.
Quarantamila
e non uno di più, furono nella totalità i nostriconnazionali che
spedimmo nelle miniere del Belgio. Gente piuttosto magra perché
toccata dalla fame del dopoguerra, quando l'unico pane reperibile era
quello razionato di granturco...e non con fisici palestrati come i
negri d'Africa che sbarcano da noi: alti quasi due metri e che si
dichiarano morti di fame! Gente povera senza una lira in tasca, la
nostra...e non ricca come i migranti cha per arrivare oggi in Itaia
pagano cifre che al loro paese di origine equivalgono ad una fortuna!
Gente
senza puzza al naso, la nostra, che appena arrivata andò ad estrarre
carbone...e non in cerca di beni esposti alla pubblica fede per
appropriarsene...come fa la maggior parte dei nostri non invitati
ospiti! Gente, la nostra...quella che mori tra fimme e fumo in fondo
al pozzo di San Charlos (profondo 1.035 metri), che non ebbe mai il
tempo nè le possibilità economiche di bighellonare per le vie di
Charleroi (città più vicina a Marginelle); al contrario dei tanti
extracomunitari che oziano nei centri storici delle nostre metropoli
con al collo catene d'oro spesse un dito, con cellulari di ultima
generazione e con tanti soldi (provenienti da scippi, rapine, furti e
spaccio di droghe) da buttare nelle slot-machine.
Volete
dirmi, quindi, di quale similitudine avete parlato in questi giorni?
O anche voi, come fecero i responsabili della tragedia di Marginelle
nel nascondere le tante responsabilità personali con delle menzogne,
usate gli stessi metodi per coprire la voglia di svendere il Paese
all'Islam, e di portare alla fame l'intero Popolo per rendere il
progetto meno rischioso? "Occhio, signori della politica, perché
anche gli italiani di oggi sono arrivari in fondo al pozzo e non
intendiamo morire da soli!"...è il sussurrato avviso che si
sente camminando tra la gente nelle periferie delle grandi città
italiane!(fdr)