domenica 29 luglio 2018

Siamo noi i predoni dell'Africa che affamano milioni di poveri?


"Siamo noi i predoni dell'Africa che affamano milioni di poveri!"
Durante la festa di Santa Rosalia (la Santuzza), in un polemico e velenoso discorso ai fedeli palermitani monsignor Corrado Lorefice si è così espresso: "La logica del « prima noi» mostra in questa Europa tutta la sua fallacia. La Chiesa non può restare in silenzio". E non va per il sottile l'alto prelato nel corso della sua requisitoria. Passando da un linguaggio pacato alla vemenza, urla che non è più tempo di dormire. Poi rispolvera simbolicamente la navigazione di Cristoforo Colombo verso l'America e, per farne una più eloquente similitudine, cambia di sana pianta i nomi delle tre caravelle. Proponendole ai fedeli in siffatte vesti:
"La città di Palermo...che naviga in preda alla paura in un mare sempre agitato perché manca, drammaticamente e a volte tragicamente, il lavoto. Perché i giovani perdono la speranza e si sentono costretti a partire e quindi privandoci della loro presenza, della loro giovinezza... forte e creativa. Perché nelle periferie cresce il disagio e perché aumentano i poveri."
"Lo Stato Italiano...sofferente anch'esso di povertà e paura. Paese nel quale si diffonde una pericolosa illusione in cui prevale la chiusura, lo stare serrati e la contrapposizione dell'uno sull'altro come soluzione finale. Una civiltà in cui, come linea di massima, prevale il Mors tua vita mea! e quindi avviata al declino. "È questo che vogliamo?" Chiede tra un'applauso e l'altro. Senza dimenticarsi di citare la sensibilità di San Francesco d'Assisi e di Papa Francesco verso l'indigenza altrui.
"L'Europa Unita...che tutti ci comprende in virtù di una geniale intuizione dei nostri padri. Ma che nasconde fratture insanabili proprio perché, ogni Paese, comincia a ritenere che il suo benessere venga prima. Senza capire che se distruggiamo la casa comune resteremo tutti all'addiaccio. Senza un tetto per il troppo egoismo politico. Propugnato da governanti e politici che spesso si vantano soprattutto nell’Est di costruire regimi privi delle garanzie e fuori dai confini minimi della democrazia. Di fronte a tutto questo, care sorelle e fratelli la Chiesa non può restare in silenzio, io non posso restare in silenzio!".
E la predica condita un po' di tutto non finisce qui! Il Monsignore, dopo aver detto che i pericoli maggiori sono l'evasione e la rassegnazione piuttosto che la rabbia, tira in ballo il siciliano Giorgio La Pira sindaco fiorentino del secolo scorso che faceva delle attese della povera gente il suo faro e la sua guida contro i mercati senza regole, comincia a parlare dell'Africa. Descrivendola come il continente più ricco del mondo. Sfruttato da tutti gli occidentali e quindi anche dagli italiani: "Siamo noi i predoni dell’Africa! – accusa – Siamo noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, per non morire di fame costringiamo bambini a partire senza genitori. Padri e madri a partire senza figli! Un esodo epocale si abbatte su un'Europa che ha scelto di non rilasciare più permessi per entrare regolarmente nel suo territorio. Così questo esercito di poveri che non può arrivare da noi in aereo, in nave o in treno, prova ad arrivarci sui barconi dei trafficanti di uomini!". Poi l'affondo, sempre con toni sostenuti:"Tutti dobbiamo sapere che lungo i decenni...e soprattutto in questi ultimi trent’anni, l'Africa è stata sfruttata e depredata delle sue materie prime dall'Occidente! Ce le siamo portate via, anzi le multinazionali l'hanno fatto per noi...senza pagare un soldo! E abbiamo tenuto in vita governi fantocci non incapaci di difendere i diritti della gente! Le potenze occidentali mantengono inoltre in Africa una condizione di guerra perenne che rende più facile lo sfruttamento e consente un forte commercio di armi. Siamo noi, quindi i predoni dell'Africa!" tuona il prelato palermitano e continua – "Siamo noi che affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire di fame!
Insoddisfatto e non condividento le accuse...anche perché l'immigrazione personalmente la subisco senza averci mai lucrato sopra, io invito l'Arcivescovo di Palermo a studiare oltre al Vangelo la Storia vera e non quella raccontata per scelte politiche o di bottega. Come ultimamente sta facendo la Chiesa Cattolica...ignorando le difficoltà degli italiani che la sostengono. La Storia che, senza inganno, ha ribadito e ribadisce fino alla nausea che noi non abbiamo mai depredato nessun popolo. Nè africano nè asiatico nè americano e nè australiano. Come fecero: Francesi Inglesi Olandesi Belgi, Portoghesi Spagnoli e quant'altri. Al contrario, dopo avere abolito la schiavitù in Abissinia e dopo aver costruito case chiese scuole ospedali strade e 7mila km. di ferrovie, noi in Africa Orientale esportammo contadini disposti a coltivare terre incolte. Perché il nostro obiettivo era ea quello di avere "un posto al Sole" e non di depredare le ricchezze. Questo agire Eminenza! essendo stati noi sempre vittime di predoni e quant'altro, sia in tempi antichi che in tempi moderni, fa parte del nostro bagaglio unanitario...basterebbe pensare che non fummo capaci di trovare il petrolio in Libia (dove per farlo bastava scavare la terra con le mani) per rendersene conto.
Circa i milioni di poveri che arrivano con la sua benedizione in Italia da ogni parte del Pianeta, io li definirei maschi con dei fisici tutt'altro che malnutriti, e femmine tutte in carne pronte a sfornare un figlio l'anno. Tant'è che sui mezzi pubblici di Torino a volte non si può salire per le troppe carrozzine piene di neonati. Perciò niente più barzellette che non si coniugano con dei morti di fame resi tali dagli italiani...ingiustamente accusati da Lei e dalla sa Chiesa...nella quale non m'identifico più pur avendo studiato molti anni tra i Redentoristi. (fdr)
http://www.lastampa.it/2018/07/17/

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