giovedì 18 aprile 2019

Macerata 3 febbraio 2018


Macerata 3 febbraio 2018

Rileggendo per pura coincidenza una vecchia pagina di Repubblica firmata da Ezio Mauro, sulla sparatoria di Macerata del 3 febbraio 2018, mi chiedo se ancora esiste nelle chiose dei giornalisti di sinistra un barlume di etica. Mi riferisco all'articolo "La Sinistra dimentica la sua Storia". In esso l'opinionista invita, a leggere l'attuale sottovalutazione di un fascismo che ha facile presa nell'ignoranza della storia a rivendicare gli alti valori di un'accoglienza responsabile, a separare la politica dal razzismo, a ripudiare senza equivoci la violenza. Il tutto per cavalcare a piacimento la sparatoria di Luca Traini a Macerata.
Nel descrivere l'accaduto...senza ombre di dubbio esecrabile sotto ogni punto di vista, e per tale resta pure essendo un convinto assertore di una più attenta rilettura del ventennio fascista, il chiosatore cerca responsabilità morali in tutte le formazioni politiche contrarie alle sue vedute di sinistroide deluso. Per maggior chiarezza riporto qui di seguito un suo passaggio imbevuto di politica stantia, sul pistolero maceratese: "Un fascioleghista che interpreta follemente la seminazione razzista e xenofoba di questi anni, decidendo di far giustizia per tutti sparando sui neri".
Ritenendo l'articolo non del tutto appropriato sotto il profilo politico, la domanda da farsi sarebbe: "Chi ha dato a questo giornalista di regime, sicuramente strapagato e lontano anni luce dai mille problemi che assillano la gente dal ceto medio in giù, il diritto di fare di tutta l'erba in fascio?". Persino io...che non sono di Destra né di Sinistra e né di Centro ma promotore di un socialismo ad alta definizione, mi sento accusato dalle sue parole! Lo sono perché non condivo alcune idee imperanti negli eredi del Comunismo. Tipo quella di Laura Boldrini, secondo la quale siamo l'obbligo di dare ospitalità a tutti gli affamati del mondo. Un'idea strampalata! Non fosse altro perché quando si tirano in ballo gli affamati del mondo bisogna parlare di miliardi, e sul numero destinato alla nostra accoglienza i deputati di sinistra con l'aureola da santi non fanno parola..
Tornando ai fatti di Macerata, con l'arroganza di chi si crede unto dal Signore, Ezio Mauro per attaccare tutto il Centro-Destra tira in ballo Berlusconi: "Pretenda da se stesso, da Salvini e Meloni, nei confronti dello sparatore con la bandiera, una condanna con gli stessi toni che usano ogni giorno nei confronti degli immigrati".
Ed è qui che io noto un'assoluta malafede. E' qui che mi chiedo come mai, l'articolista non si è degnato di fare almeno un piccolo cenno sulla ragazzina violentata, squartata e fatta a pezzi: inzuppati poi nella conecrina per cancellare tutte le traccie delle violenze sessuali subite. O forse uno scempio simile per i Dem è roba da chierichetti e non può divenire causa scatenante la furia di un fuori di testa? (fdr)

1 commento:

  1. Alla fine certe famiglie ritornano. Come quelle dei Nirta e dei Pelle originarie del paesino di San Luca, sull’Aspromonte, assurte alle cronache per antiche faide che coinvolsero anche “il casato” degli Strangio. Storie scritte con il sangue, tra omicidi per dissapori tra i rampolli ruggenti negli anni ’90, fino alla strage di Duisburg, in Germania che costò la vita a sei persone. E ritornano a casa nostra facendo soldi con gli intricati rapporti dei cosiddetti “colletti bianchi” che hanno imparato ad insidiare il mondo delle imprese, entrando di prepotenza nei grandi appalti, nelle opere pubbliche e nella manutenzione delle infrastrutture più importanti, come l’autostrada Torino-Bardonecchia.

    Lo dimostra una lunga inchiesta dei carabinieri cominciata addirittura dieci anni fa e che, ieri all’alba, è finita con nove arresti. I reati, a diverso titolo, sono di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione abusiva d’arma. Al centro una ‘ndrina di Brandizzo, emanazione appunto delle famiglie Nirta e Pelle che, con ogni probabilità, era una sorta di braccio armato di un’organizzazione in cui si mescolano ruoli imprenditoriali, militanze politiche e addirittura campioni dello sport. Di tutta la storia, per ora, leggiamo solo la premessa, scritta in un conciso comunicato stampa, perché il vero racconto è racchiuso in un’ordinanza di 1.400 pagine ancora avvolta nel mistero.

    Un romanzo giudiziario tutto da leggere, che strappa il velo del silenzio su appalti, manutenzioni e lavori di movimento terra per somme milionarie, con il contorno di reati anche gravi. Sullo sfondo imprese note e anche ex personaggi della politica. Con un’unica certezza: i mafiosi sono tra noi.


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    CANTIERI STRADALI
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